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Alibaba: l’eCommerce made in China arriva in Italia

Prima di introdurre il colosso Alibaba e il suo modello di business occorre far una premessa.
Quindici anni fa, nonostante l’efficienza nella produzione e i bassi costi della manodopera, molti produttori cinesi di beni intermedi avevano difficoltà a vendere il proprio prodotto nel mondo occidentale. Per i beni di consumo, le grandi catene di distribuzione (come WalMart) risolvevano il problema. Avevano enormi uffici acquisti in Cina, che identificavano i prodotti migliori, li testavano, e poi li commercializzavano su larga scala in Occidente.

Non altrettanto valeva per i beni intermedi. Se un produttore in America o Italia aveva bisogno di un motore elettrico in una quantità relativamente limitata, non andava certo a cercarlo in Cina. Per acquistare un prodotto intermedio un’impresa deve innanzitutto essere assolutamente sicura delle specifiche. Pochi millimetri di differenza nel diametro di un motore possono implicare enormi costi di adattamento. In secondo luogo, il mercato dei prodotti intermedi non si basa tanto sul “brand” di un prodotto, ma sulla reputazione del produttore nello spazio di riferimento. I produttori cinesi non avevano alcuna reputazione. Un potenziale acquirente doveva viaggiare in Cina, assumere un interprete, guadagnarsi la fiducia dei locali, e poi raccogliere informazioni. Costi troppo elevati per tutti tranne che per le imprese più grandi.

Infine, c’era il problema dei pagamenti. I venditori cinesi volevano il pagamento della merce alla consegna, perché non si fidavano dei compratori occidentali. Allo stesso tempo i compratori occidentali erano titubanti a pagare alla consegna perché non sapevano come rivalersi in Cina se la merce non rispondeva ai requisiti di qualità promessi. Per via di questi costi di transazione molte imprese occidentali preferivano pagare molto di più i prodotti intermedi locali, invece che comprare quelli cinesi.

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Alibaba ha risolto tutti questi problemi. Non solo permette di fornire enormi dettagli sui prodotti venduti, permette anche agevoli ricerche su quali siano i prodotti più adeguati. Per facilitare la comunicazione tra venditore e compratore Alibaba facilita la traduzione dal cinese alle lingue occidentali, superando l’importante barriera linguistica. Infine, Alibaba si pone come intermediario di fiducia. Il cliente paga la merce ad Alibaba, che non trasferisce i soldi al venditore fino a quando il cliente non si dichiara soddisfatto.

Il presidente del colosso dell’ecommerce cinese Michael Evans ha spiegato che in questa fase la mission aziendale è quella di aiutare “altri paesi a vendere in Cina e la Cina a vendere nel mondo”, cercando quindi nuovi clienti fuori dai confini nazionali poiché l’azienda ha dovuto affrontare il rallentamento della crescita economica cinese e la crescente saturazione nei suoi principali mercati urbani, spingendo l’azienda ad espandersi tanto nelle aree rurali – la promessa di Evans è di riuscire a consegnare prodotti in Cina in soli due giorni – quanto oltremare.

Una svolta obbligata nonostante la concorrenza di altre ingombranti competitors come JD.com e Amazon, che ha appena aperto una sezione dedicata al made in Italy (qui il nostro articolo)
Il gigante si caratterizza per offrire al cliente un po’ di tutto: dall’e-commerce al cloud computing, da motore di ricerca alla telefonia. L’anno scorso, Alibaba ha stabilito un record ospitando sul suo mercato vendite dal valore di ben $9.3 bilioni, anche se il tasso di crescita è stato più lento rispetto all’anno precedente.

Ma Alibaba non è una società tradizionale di eCommerce, è un marketplace molto più simile ad eBay, che mette in contatto i consumatori tra di loro attraverso il sito Taobao. Il suo business model è basato sull’ospitare sul portale le aziende e guadagnare dalla transazioni trattenendo una commissione dal compratore stesso.
Il vantaggio competitivo che la differenzia rispetto ad Amazon è che Alibaba non possiede prodotti e non gestisce i magazzini e centri di distribuzione.
Un modello che, sotto il profilo finanziario, la rende più redditizia, senza assottigliare i margini di profitto, au countraire di Amazon.

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Il neo presidente Michael Evans, ex Goldman Sachs, è stato assoldato proprio per guidare la campagna Europea e l’internazionalizzazione del gigante di e-commerce cinese chiamata a sostenere robusti ritmi di crescita che il mercato cinese da solo non può alimentare perché lo sviluppo economico della Cina è in una fase di rallentamento, con l’obiettivo di allargare la presenza della piattaforma ad altri mercati e di stringere alleanze con marchi, distributori e produttori in Europa, Stati Uniti ed Asia per consentire loro di accedere al ricco mercato cinese.

Alibaba Italia
ha già scelto il suo country manager, il suo numero uno, si tratta di Rodrigo Cipriani Foresio, ex amministratore delegato di Media Shopping, l’azienda di vendita multicanale del gruppo Mediaset, e Buonitalia nonché ex presidente di Istituto Luce Cinecittà.

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