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Amazon rileva tre centrali Enel

Amazon, gruppo americano fondato da Jeff Bezos, ha bisogno di server farm che possano servire l’Italia e tutto il Sud Europa, potenziando il servizio cloud e, per raggiungere l’obiettivo, sembrerebbe aver “puntato” l’acquisto di tre centrali dell’Enel per un totale di 300 megawatt di potenza. Le centrali sono quelle poste nel piemontese, tra cui la Galileo Ferraris sita a Trino Vercellese. L’idea è quella di creare una «fattoria di server» posti in un unico luogo in modo da poterne centralizzare la gestione, la manutenzione e la sicurezza.
Non si può fare a meno di ricordare come, per queste centrali in disuso, la stessa Enel un anno fa aveva tentato di percorre la strada di un concorso nazionale per la presentazione di progetti di riqualificazione.

In considerazione del fabbisogno energetico delle server farm (per rendere un’idea, nel 2010 Google, per far funzionare il suo motore di ricerca, i video di YouTube, i servizi di posta elettronica Gmail e i banner di pubblicità, ha consumato 2,3 miliardi di kilowattora, l’equivalente dell’energia necessaria a 207 mila abitazioni e all’elettricità usata da 41 Empire State Building nell’arco di un anno!) non si esclude una joint venture con Enel (fonte “Il corriere.it”), anche per l’eventuale fornitura dell’infrastruttura di banda ultralarga (Enel Open Fiber), con un’ottimizzazione di costi oltre che di sicurezza per la gestione dei dati. Sebbene non si può dimenticare che lo stesso CEO di Amazon aveva annunciato di recente come la sua infrastruttura cloud sarà “verde” al 100%, e quindi integralmente basata su energia rinnovabile, considerato soprattutto che l’impatto attuale della rete sul totale di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera da parte dell’uomo è compreso fra il 3 e il 5% (fonte: “technopolismagazine.it”).

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Per il successo dell’operazione, il cui valore non è ancora noto ma si parlerebbe di cifre a sei zeri (da “la stampa.it”), tra le variabili da considerare diverrebbe fondamentale l’accordo tra Ue e US in merito all’utilizzo dei dati di cittadini e aziende europee, da parte di aziende americane. L’accordo fino al 2015 era regolato dal “Safe harbour”, accordo successivamente bocciato dalla Corte di giustizia europea e a cui dovrà necessariamente seguire un “Safe harbour 2”.
Nel prossimo mese si attendono i comunicati Amazon in relazione all’operazione.

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