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Margot e Lily, le sorellastre della web serie Nike

Detesto le serie tv, l’attesa e l’abitudine che innescano. Ma quando ho visto una puntata di Margot e Lily, ho pensato: io sono il target. E Nike il suo target lo conosce benissimo. Quello femminile, di fanatiche o pigre, bionde o brune, ribelli o posate, lavoratrici o disoccupate. È a loro che dedica le 8 puntate di una serie leggera e divertente creata dalla regista Tricia Brook e prodotta da Alfonso Gomez-Rejon.

Tecnicamente si tratta di un’operazione di branded entertainment ovvero la capacità di una marca di creare contenuti di intrattenimento attraverso nuove tecniche di storytelling e content marketing. L’attenzione del pubblico resta focalizzata sulla storia, sul contenuto e non sul prodotto in sé. In questo caso il gioco, la sfida personale. Figure retoriche nell’era dei social.

La storia della web serie Nike

Lily vive a Manhattan, ed è una stella del fitness grazie al suo canale Youtube. Margot vive a Brooklyn e ha da poco perso il lavoro come social media manager presso una società di software di contabilità. In realtà, ciascuna vuole essere come l’altra. Lily, nonostante il suo crescente pubblico di appassionati, non ha veri amici, e invidia la vita sociale di sua sorella adottiva. Margot invece ha un sacco di amici e inconsciamente è attratta dalla vita salutare di Lily che non perde occasione per fare due flessioni.
Al termine della prima puntata le due si lanciano una sfida: Margot deve aprire un canale social e raggiungere più di 1000 iscritti, Lily deve stringere almeno 3 rapporti di amicizia veri. Nel corso delle puntate i ruoli e le vite delle due sorelle si invertono intrecciandosi. Le attrici sono perfette per i ruoli, e la trama, a volte, suona vera e rispecchia le esperienze di giovani donne che vivono nelle grandi città americane. E non solo.
Non mancano i prodotti Nike ma il baffo non viene mai urlato come è corretto in operazioni di questo tipo che, per non perdere d’appeal e credibilità non devono mai risultare smaccatamente commerciali.

Vedi anche  La rivoluzione della sharing economy

Ecco il trailer della serie sul canale NikeWomen:

Lo strorytelling è tecnica usata e abusata nel mondo della comunicazione (ultimamente anche di quella politica) e la riuscita di operazioni di questo tipo (quella di Nike è molto evoluta) dipende da fattori determinanti come la rispondenza dei valori della marca con l’universo descritto, con la bravura dei personaggi a farli propri. Con la capacità di quella storia di essere autentica pur nella finzione cinematografica. E Nike ha perfettamente centrato l’obiettivo creando una storia autentica ma leggera, con ambientazioni reali ma appealing, personaggi empatici oltre che simpatici. Adattandosi perfettamente ai tempi del web.
Una serie tv perfetta per una pausa pranzo in ufficio.

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