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Petrolio: gli Stati Uniti diventano il primo produttore al mondo

La World Oil and Gas Review la rassegna statistica mondiale su riserve, produzione e consumi di petrolio e gas presentata dall’Eni e giunta alla sua 14esima edizione, da risalto a due dati molto significativi: gli Stati Uniti sono diventati nel 2014 il primo produttore al mondo di petrolio e la produzione mondiale di greggio è stata caratterizzata da un incremento del 2,2%. Questa percentuale di produzione di petrolio in più rappresenta il più significativo aumento degli ultimi dieci anni e a far segnare questa spinta sono stati soprattutto i paesi non Opec.

La classifica della produzione di greggio quindi vede adesso in testa gli Stati Uniti che sorpassano l’Arabia Saudita e la Russia, il Canada si posiziona al quarto posto sorpassando la Cina. L’Iraq e l’Iran sono tornati a crescere rispettivamente del 8,1% e 4,7% mentre in Libia la produzione di petrolio è scesa ai livelli del 2011 (fonte Adnkronos).

Per quel che riguarda la domanda invece si è assistito, nel 2014 ad un rallentamento (0,7%). Nei paesi Ocse c’è stato un ritorno al calo strutturale dello 0,1% ma con sfaccettature differenti. Da un lato gli Stati Uniti che continuano a crescere (0,4%) e dall’altro l’Europa che perde terreno con una contrazione del -1,4%.
I paesi non Ocse, con in testa la Cina, continuano invece a crescere (+2,5%) e sorpassare i paesi Ocse in termini di consumi di petrolio.

Sotto l’aspetto della raffinazione del petrolio, nell’ultimo quadriennio la capacità mondiale è cresciuta di 4 Mb/g. Alla guida di questa crescita c’è l’Asia e in particolar modo la Cina che ha incrementato per più di 3 Mb/g. L’area Ocse ha visto muoversi solo il Nord America che ha investito in nuova capacità di raffinazione grazie alla maggiore disponibilità di risorse non convenzionali (cliccare sul link per capire la distinzione fra risorse convenzionali e non convenzionali in termini di petrolio).

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In Europa invece il calo della domanda interna e la crescita della concorrenza internazionale hanno quasi costretto a ridurre notevolmente la propria capacità di raffinazione. Di contro, in Medio Oriente la capacità di raffinazione è aumentata e in forte crescita. Crescita che diventerà ancora più sostanziale entro la fine del decennio.

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