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Tirocinio: da giugno sarà in parte a carico delle aziende

Il tirocinio cambia, e da giugno anche le aziende parteciperanno alle retribuzioni previste per i tirocini del programma Garanzia Giovani (clicca sul link per approfondimento) con una quota pari al 40%. Degli attuali 500 euro pagati ai giovani tirocinanti del programma europeo, 200 euro saranno a carico delle imprese mentre le restanti 300 resteranno a carico dello Stato. A dichiarare questa importante novità è lo stesso Ministro Poletti durante un corso di presentazione di un accordo con Microsoft Italia.

Lo stesso Poletti ha precisato come nelle intenzioni del Governo non ci sia uno stop per il tirocinio ma che anzi lo strumento, punto di forza del Ministro del Lavoro, sarà rinnovato e trasformato in un sistema strutturale dichiarando che, come riporta l’agenzia AdnKronos: “Garanzia giovani non fabbrica il lavoro, altrimenti l’avrebbero già inventato prima. Ma sarebbe delinquenziale distruggerlo. Non lo distruggeremo dopo la fatica che abbiamo fatto sui centri per l’impiego anzi li potenzieremo per migliorare la loro performance“. In merito alla novità su parte del tirocinio a carico delle imprese invece: “Lo cambieremo per evitare ogni forma di utilizzo improprio, di abuso. La copertura non sarà più al 100% pubblica ma una parte graverà sulle imprese“.

Il Ministro del lavoro si è poi soffermato sulla decontribuzione riportando i dati INPS. Strumento, quello della decontribuzione, che ha generato il 27,7% in più di assunzioni tra gli under 30 a tempo indeterminato, portanto nel 2015 ben 307.000 nuovi posti di lavoro. I nuovi contratti a tempo indeterminato che non hanno richiesto la decontribuzione, invece, si sono fermati, sempre nel 2015 e sempre per i giovani sotto i trent’anni, al 19%. “Questo vuol dire che la decontribuzione ha aumentato il tasso di occupazione dei giovani” sintetizza ancora il ministro che precisa come trai 307.000 nuovi contratti non siano incluse le trasformazioni. Una differenza di peso, quella tra contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo, che comunque è già una realtà: “i primi, al netto della decontribuzione, costeranno sempre il 5% in meno dei secondi“, aggiunge Poletti.

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Infine il ministro ha confermato che la decontribuzione, si esaurirà nelle 2018. Solo da quella data in poi, spiega ancora , il governo potrà pensare a misure di tagli strutturali del costo del lavoro, e questo per non creare disparità tra imprese. “Per ora dunque porteremo solo a termine il triennio della decontribuzione. Sul taglio del costo strutturale del lavoro quindi ancora nulla“. Quindi niente riforme nella prossima Legge di Stabilità.

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