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Cina: ma cosa sta accadendo veramente?

In Cina il mercato azionario di Shangai ha registrato nell’ultimo mese un ribasso di circa il 30%. Le voci che si diffondono su questo ribasso sono svariate e di diverso tipo. Gli aspetti principali che vengono analizzati partono dalla crisi in Grecia sino ad arrivare ad una paura per la diminuzione costante della crescita in Cina.

Alcuni ritengono che a fronte di questa crisi greca e con la possibilità dell’uscita della Grecia dall’euro la Cina potrebbe risentire di alcuni investimenti fatti in Europa, altri ritengono che la Cina stia progettando un accordo con la Russia anti Europa e che la posizione attuale della Grecia, non essendo ancora ben definita crei delle ansie.

Un altro aspetto considerato da molti è la diminuzione della crescita. Parliamo di un impero cresciuto nell’ultimo decennio in percentuali sempre a due cifre e ora che questa crescita non viene più rappresentata da doppie cifre si teme che la Cina possa entrare in recessione (impossibile visto che, anche se inferiore il dato crescita è in positivo).

Forse in questo momento si dovrebbe ragionare su un dato molto più semplice ed elementare. Negli ultimi dodici mesi la borsa cinese è cresciuta del 150%, aumento estremamente sproporzionato rispetto agli andamenti borsistici di qualsiasi altro Paese. Nell’ultimo mese in borsa la Cina è calata di circa il 30%, dato che ovviamente dopo una crescita di quel tipo non dovrebbe destare troppe preoccupazioni ma che andrebbe in ogni caso tenuto sotto controllo per evitare una esagerata volatilità dei mercati azionari.

La Cina si è mossa e ha invitato gli investitori a mantenere la calma. Invitare un investitore a mantenere la calma significa indurlo a vendere le proprie posizioni azionarie. Rendendosi conto che questo invito alla calma non ha fatto altro che aumentare l’euforia degli speculatori e l’ansia dei normali investitori in Cina si è deciso di sospendere quasi il 70% dei titoli azionari dalle quotazioni. Questa è stata solo una delle tante azioni provate dal governo cinese per rallentare questa forte discesa. Risultato? Ieri il mercato cinese ha perso circa un ulteriore 6%.

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Bolla speculativa o problematica economica una cosa è certa, la volatilità del mercato azionario cinese non promette nulla di buono in quanto le bolle si creano in poco tempo e scoppiano per periodi ben più lunghi. E’ facile spargere euforia nei mercati facendo crescere un indice del 150% ma è assolutamente più arduo far riacquistare fiducia ad investitori rimasti delusi dallo scoppio di una bolla speculativa.

In ultimo sottolineiamo che la forte chiusura del mercato cinese all’esterno e le forti limitazioni presenti in Cina per gli investitori esteri (parliamo di mercati azionari) per una volta tutelano i nostri investitori in quanto proprio grazie a queste limitazioni gli investitori del vecchio continente hanno investimenti estremamente marginali nel mercato cinese.

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