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Dall’Inps un piano di riforma pensioni

L’ Inps cerca di recuperare l’immagine che nei giorni passati si è offuscata progressivamente, finendo da un lato in mezzo alle polemiche mosse verso la categoria professionale dei Cdl (ne abbiamo parlato qui) e dall’altro nella spirale di indagini avviate dalla Procura di Nocera Inferiore per i bonus gonfiati dei dirigenti Inps (ne abbiamo parlato qui).

Sicché ha pubblicato sul suo sito il documento che contiene una serie di proposte – consegnate al Governo nello scorso Giugno 2015 – denominate: “Non per cassa ma per equità”.

Il documento consiste in un piano di riforma delle pensioni presentato dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, realizzabile attraverso delle misure che verrebbero finanziate almeno in parte attraverso penalizzazioni sulle pensioni più alte, se non giustificate dai contributi versati, quali ad esempio i vitalizi dei parlamentari.

Partendo dal presupposto che la spesa pensionistica non deve salire, secondo Boeri bisognerebbe intervenire su quelle esistenti con un’operazione-equità, per rendere le pensioni povere più consistenti ma soprattutto per dare una pensione ai giovani.

Il piano – pubblicato il 6 novembre sulla piattaforma Inps -(link diretto) consta principalmente di tre proposte.

Queste vanno da un reddito minimo da 500 euro in su che dovrà essere pagato a coloro che siano rimasti senza impiego dopo i 55 anni, alla possibilità di abbandonare il lavoro in maniera anticipata sacrificando parte della propria pensione.

In particolare tale seconda proposta prevede un’uscita anticipata dal lavoro a partire da 63 anni e 7 mesi, più vent’anni di contributi, con un sacrificio di circa il 10-11 per cento dell’assegno mensile.

Infine, l’ultima proposta – per trovare adeguata copertura ai costi previsti dal piano di Boeri- è quella provvedere ad una serie di ricalcoli di vecchie pensioni e semplificazioni.

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Boeri ha previsto infatti che vengano ricalcolate – e quindi tagliate – le pensioni che in passato erano state erogate con il metodo retributivo, superiori ai 3.500 euro. Il piano prevede poi che altre risorse si potrebbero reperire con il taglio dei trasferimenti che finiscono al 10 per cento più ricco della popolazione.

Tuttavia Palazzo Chigi non ha voluto accogliere questo pacchetto di proposte presentato al governo a Giugno scorso, in quanto non solo costoso, ma anche politicamente e giuridicamente troppo complicato da realizzare e lo stesso Cesare Damiano – presidente della Commissione Lavoro della Camera – ha invitato l’ Inps a fare il suo lavoro in quanto non è quello di proporre leggi.

Il ministro Poletti ha comunque ritenuto le proposte di Boeri un contributo utile al dibattito sulla riforma delle pensioni. “Al momento – recita una nota – si è deciso di rinviare perché quel piano, oltre a misure utili come la flessibilità in uscita, ne contiene altre che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi”.
“Per non far pagare questi costi ai pensionati servono risorse che, al momento, non ci sono. Si vedrà presto come intervenire in modo organico sul tema, ma senza effetti collaterali. Come, peraltro, ha sottolineato anche il Presidente del Consiglio”.

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