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La generazione 1980 lavorerà fino a 75 anni. Per sopravvivere

L’Italia finisce sul banco degli imputati, ancora una volta, per le pensioni. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che ha pubblicato il sesto rapporto Pension at a Glance 2015, nel nostro Paese le pensioni pubbliche hanno assorbito il 15.7% del PIL in media durante il periodo 2010-2015, il secondo valore più elevato tra i paesi del G20. Con prospettive pensionistiche a dir poco allarmanti per la generazione 1980, che vede inesorabilmente allungarsi la propria vita lavorativa con inadeguate aspettative economiche. Come se non bastassero questi dati, sono arrivate anche le dichiarazioni di Tito Boeri, intervenuto all’evento “Pensioni e povertà oggi e domani”. Secondo il presidente dell’Inps, la generazione 1980 “rischia di lavorare fino a 75 anni e prendere un assegno del 25% più basso rispetto ai pensionati di oggi. Ma quelli che oggi vivono di contratti precari potrebbero addirittura non avere alcun reddito“.

generazione 1980
Credits: INPS

Secondo la simulazione effettuata dall’Inps su un campione di circa 5.000 lavoratori dipendenti nati nel 1980 (estratti casualmente tra quelli della platea dei soggetti del progetto “La mia pensione”), utilizzando 2 scenari alternativi sia a livello macroeconomico che di carriera futura, l’assegno pensionistico che percepiranno sarà inferiore del 25% rispetto a quello percepito dalla generazione precedente (la classe 1945) e questo risultato, pensate un po’, lo si otterrà anche se continueranno a lavorare fino all’età di 70 anni. In sintesi, pertanto, le proiezioni indicano che per la generazione 1980 la prima data utile per andare in pensione non potrà essere prima dei 75 anni. Queste le inevitabili conclusioni formulate dall’Inps:
– Si lavorerà più a lungo anche in rapporto alla speranza di vita;
– Le pensioni saranno del 25& più basse di quelle attuali;
– Ci saranno problemi per chi perderà il lavoro prima del 70 anni o avrà interruzioni di carriera.

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Una prospettiva, inutile negarlo, decisamente poco incoraggiante per la generazione 1980. Parola di un futuro pensionato, nato proprio nell’anno giusto.

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