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Immobili in (s)vendita: lo Stato cerca liquidità

Ha preso il via la vendita di circa 208 degli immobili dello Stato e degli enti locali, liberi, inutilizzati o cedibili, per un valore complessivo di 1,6 mld. Lanciato lo scorso 16 marzo, al Mipim di Cannes (la fiera internazionale di settore), il sito Invest in Italy Real Estate (www.investinitalyrealestate.com) ospita gli immobili citati che sono proposti in vendita, affitto o concessione agli investitori privati.

Gli edifici pubblici messi all’asta costituiscono per la prima volta una vetrina del “mattone pubblico”, si tratta di un progetto realizzato nel quadro delle iniziative previste dal decreto “Sblocca Italia”, finalizzato a favorire le opportunità di investimento in Italia, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in coordinamento con il Ministero dello Sviluppo Economico (attraverso l’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), con i ministeri della Difesa, Economia e Finanze e dell’Agenzia del Demanio (che ha mappato oltre 1 milione di immobili che fanno capo a più di 11.000 diversi enti pubblici).

Fra gli immobili più interessanti in vendita troviamo:

Faro di Capo Zafferano a Palermo, a picco sul mare
Faro di Capo Zafferano

Faro di San Domino alla Tremiti, che da anni non funziona a causa di una esplosione avvenuta al suo interno nel 1987
Faro di San Domino alla Tremiti

Compendio immobiliare in Piazza Castello, nel Centro storico di Torino, sede della Regione Piemonte e di proprietà della stessa
Piazza Castello

Ca’ Cappello Layard a Venezia, è un immobile del 1500 sul Canal Grande, di Proprietà dell’Università Ca’ Foscari
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Castello di Petroro, Todi
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Lo Stato ha messo in vendita anche molte caserme, alcune di grande pregio artistico, come i magazzini militari di Baggio a Milano, palazzo Rinaldi e le caserme Romagnoli (Padova) e Saluzzo (Torino), la Caserma Vittorio Emanuele II di Gaeta, in provincia di Latina ed un ex chiesa diventata caserma all’inizio dell’800.

Vedi anche  Telefisco 2016, super ammortamento valido solo per i vecchi minimi e non per i forfettari

Quindi prima di (o piuttosto che) ridurre la spesa pubblica, abbassare le aliquote sulle imprese per attirare investimenti anche dall’estero per rimpinguare le casse esanimi dello Stato (come ad esempio ha fatto l’Irlanda che ora si trova sul territorio multinazionali quali Google, Facebook, Apple etc), si preferisce mettersi in (s)vendita. Con l’auspicio che queste meraviglie non vengano radicalmente modificate, magari per far sorgerci su complessi “all’ultimo grido” (stridenti con quanto intorno) e di cemento.

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