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Lavoro festivo, il dipendente può rifiutarsi

Lavoro festivo, si cambia. La sentenza n. 16592 della Corte di Cassazione è destinata a modificare molto, per non dire rivoluzionare, l’organizzazione di quei settori produttivi in cui l’attività si svolge ininterrottamente. In estrema sintesi, il datore di lavoro non potrà obbligare i dipendenti a lavorare in un giorno festivo infrasettimanale. Ma non finisce qui, perchè diventa illegittima anche la sanzione disciplinare che punisce il suo rifiuto.

La vicenda giudiziaria nasce dal ricorso di una lavoratrice che, nel 2004, era stata multata dalla propria azienda per non essersi presentata al lavoro il giorno dell’Epifania. La Cassazione ha ribadito che “non sussiste un obbligo a carico dei lavoratori di effettuare la prestazione nei giorni destinati ex lege per la celebrazione di ricorrenze civili e religiose e sono nulle le clausole della contrattazione collettiva che prevedono tale obbligo, in quanti incidenti sul diritto dei lavoratori di astenersi dal lavoro festivo (cui è consentito derogare per il solo lavoratore domenicale)“. Questo obbligo per il lavoro festivo sussiste, invece, per il personale di qualsiasi categoria appartenente alle istituzioni sanitarie pubbliche e private.

Quali sono le conseguenze pratiche di questa sentenza? La più importante è che ora il lavoratore può liberamente rifiutare la prestazione in occasione del giorno festivo infrasettimanale, senza rischiare alcuna conseguenza nè dal punto di vista disciplinare nè da quello economico. Una bella vittoria per i lavoratori che, però, non mancherà di suscitare inevitabili polemiche: molti contratti collettivi, infatti, consentono espressamente al datore di lavoro di esigere la prestazione. Senza dimenticare tutte quelle norme che, nel tempo, hanno sempre più liberalizzato gli orari di apertura di molte attività. Insomma, a proposito di lavoro festivo c’è ancora tanto da discutere.

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