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McDonald’s in debito con l’Italia per 224 milioni?

L’elusione d’imposta è un fenomeno conosciuto nei maggiori paesi europei sin dalla fine dell’ottocento, in Italia invece dagli inizi del Novecento, tanto che le prime norme antielusive risalgono al 1923.

Ebbene, tra il 2009 e il 2013 il colosso del fast-food McDonald’s avrebbe deliberatamente evitato di versare al fisco in Europa un miliardo di euro di tasse dirottando i suoi ricavi attraverso una controllata con sede in Lussemburgo.

Il caso è stato denunciato da alcuni sindacati americani ed europei – European Federation of Public Service Unions, The Service Employees International Union e l’organizzazione benefica War on Want – che avevano pubblicato nello scorso Febbraio un rapporto denominato “Unhappy Meal” (pasto infelice).

Nel rapporto questi sostengono che in quell’arco temporale McDonald’s avrebbe trasferito verso la sua holding lussemburghese – McD Europe Franchising – 3,7 miliardi di euro provenienti dai suoi ristoranti in mercati che vanno dalla Francia alla Germania, pagando in Lussemburgo appena 16 milioni di euro negli anni di riferimento.

Gli stessi avevano quindi chiesto alla Commissione europea e alle autorità nazionali di indagare, analizzandole nel dettaglio, le pratiche tributarie di McDonald’s al fine di prenderne gli idonei provvedimenti. Sicché il commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, sta valutando se avviare un’indagine per un’evasione stimata in oltre 1 miliardo di euro. In Francia, invece, l’inchiesta è già in corso.

Ebbene anche in Italia, seguendo i passi del report “Unhappy meal”, le associazioni dei consumatori – Codacons, Cittadinanzattiva e Movimento Difesa del Cittadino – hanno presentato un esposto contro il gruppo McDonald’s per presunta violazione delle norme fiscali e tributarie vigenti nel nostro paese.

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La denuncia chiede alle istituzioni italiane di indagare sulla possibile elusione fiscale a vantaggio di una società del gruppo con sede principale in Lussemburgo e sede secondaria in Svizzera realizzata nell’arco di tempo interessato dal report citato.

Secondo le tre associazioni dei consumatori, McDonald’s avrebbe messo a punto un sistema per il trasferimento delle royalty generate dai suoi ristoranti europei (per lo sfruttamento dei diritti relativi al marchio) verso una società del gruppo con sedi in Lussemburgo e Svizzera, a seguito di una riorganizzazione del gruppo realizzatasi nel 2009, per beneficiare dei vantaggiosi regimi di tassazione dei redditi derivanti dallo sfruttamento dei cosiddetti “beni immateriali”.

Le associazioni stimano che se questi comportamenti fossero accertati potrebbero portare ad un’evasione di imposte ai danni del Fisco italiano apprezzabile in circa a 74,7 milioni di Euro al quale vi è da aggiungere la probabile configurazione di reati tributari di cui al D.lgs. n. 74/2000.

Tirando le somme, se fosse accertato il comportamento della società come stimato dalle associazioni, questo potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 224 milioni di euro in considerazione delle sanzioni che si rendono applicabili, comprese tra il 100% e il 200% dell’imposta accertata.

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