Vai al contenuto

Mercato unico digitale: le mosse della Commissione Europea

Lo scorso 6 maggio la Commissione Europea nel presentare le sue strategie di lavoro per il 2016 ha posto come punto centrale del programma la creazione di un mercato unico digitale che porti ad un mercato sempre più uniforme tra i paesi membri dell’Unione anche nel campo digitale.

Il mercato unico digitale si pone come obiettivo principale quello di abbattere le barriere regolamentari fino ad instaurare un unico mercato al posto dei 28 mercati nazionali ora esistenti. Una struttura di mercato unico funzionante potrebbe apportare all’economia europea circa 415 miliardi di euro l’anno e contemporaneamente creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.

La strategia per il mercato unico digitale comprende una serie di 16 azioni-chiave mirate che dovranno essere attuate entro la fine del 2016. Le azioni poggiano su tre pilastri: migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese; creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi; massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale.

Il primo pilastro “Migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa per i consumatori e le imprese” si articolerà nelle seguente azioni proposte dalla Commissione:
1) introdurre norme intese ad agevolare il commercio elettronico transfrontaliero;
2) garantire un’attuazione più rapida ed omogenea delle norme di protezione dei consumatori, mediante la revisione del regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori;
3) assicurare servizi di consegna dei pacchi più efficienti e a prezzi accessibili;
4) eliminare il blocco geografico ingiustificato (una pratica discriminatoria utilizzata per motivi commerciali, secondo la quale i venditori online impediscono ai consumatori di accedere a un sito Internet sulla base della loro ubicazione, o li reindirizzano verso un sito di vendite locale che pratica prezzi diversi);
5) individuare potenziali problemi relativi alla concorrenza che possano incidere sui mercati europei del commercio elettronico;
6) aggiornare la legislazione sul diritto d’autore, rendendola più moderna ed europea: entro fine 2015 saranno presentate proposte legislative volte a ridurre le disparità tra i regimi di diritto d’autore nazionali e a permettere un accesso online più ampio alle opere in tutta l’UE, anche mediante ulteriori misure di armonizzazione. L’obiettivo è migliorare l’accesso dei cittadini ai contenuti culturali online, sostenendo così la diversità culturale, e allo stesso tempo sbloccando nuove opportunità per i creatori e per l’industria di contenuti. In particolare la Commissione intende garantire che gli acquirenti di film, musica o articoli possano fruirne anche quando viaggiano nel territorio europeo. Essa esaminerà inoltre il ruolo degli intermediari online per quanto riguarda le opere protette dal diritto d’autore e migliorerà l’applicazione della legge nei confronti delle violazioni su scala commerciale dei diritti di proprietà intellettuale;
7) rivedere la direttiva sulla trasmissione via satellite e via cavo per verificare se il suo ambito di applicazione debba essere esteso alle trasmissioni radiotelevisive online e per esaminare come aumentare l’accesso transfrontaliero ai servizi radiotelevisivi in Europa;
8) ridurre gli oneri amministrativi che derivano alle imprese dai diversi regimi IVA.

Vedi anche  Esonero contributivo, in arrivo le ispezioni

Il Secondo pilastro “Creare un contesto favorevole e parità di condizioni affinché le reti digitali e i servizi innovativi possano svilupparsi” si articolerà nelle seguenti azioni:
9) presentare una revisione della regolamentazione europea in materia di telecomunicazioni. Ciò comporta, tra l’altro, assicurare un coordinamento più efficace dello spettro radio e definire criteri comuni a livello dell’UE per l’assegnazione dello spettro a livello nazionale; creare incentivi agli investimenti nella banda larga ad alta velocità; garantire condizioni di concorrenza eque per tutti gli operatori del mercato, vecchi e nuovi; e instaurare un quadro istituzionale efficace;
10) riesaminare il quadro dei media audiovisivi per adeguarlo al XXI secolo, mettendo in rilievo il ruolo dei diversi operatori del mercato nella promozione delle opere europee (emittenti televisive, fornitori di servizi audiovisivi a richiesta, ecc.). La Commissione esaminerà anche le modalità per adattare la normativa esistente (la direttiva sui servizi di media audiovisivi) ai nuovi modelli commerciali per la distribuzione di contenuti;
11) effettuare un’analisi dettagliata del ruolo delle piattaforme online (motori di ricerca, social media, app store, etc.) nel mercato. Tale esame verterà su aspetti quali la mancanza di trasparenza dei risultati di ricerca e delle politiche in materia di prezzi, le modalità di utilizzo delle informazioni ottenute, le relazioni tra piattaforme e fornitori e la promozione dei propri servizi a scapito dei concorrenti, nella misura in cui tali aspetti non siano già trattati nell’ambito del diritto della concorrenza. Esaminerà inoltre i modi migliori per contrastare i contenuti illeciti su Internet;
12) rafforzare la fiducia nei servizi digitali e la sicurezza degli stessi, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei dati personali. Sulla base delle nuove norme dell’UE in materia di protezione dei dati, che dovrebbero essere adottate entro fine 2015, la Commissione procederà alla revisione della direttiva e-privacy;
13) proporre un partenariato con l’industria sulla sicurezza informatica nell’ambito delle tecnologie e delle soluzioni per la sicurezza delle reti.

Vedi anche  Telecom: annunciati 1700 esuberi

Il terzo e ultimo pilastro “Massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale” comprenderà le seguenti azioni:
14) proporre un’iniziativa europea per il libero flusso dei dati, per promuoverne la libera circolazione nell’Unione europea. Talvolta i nuovi servizi sono ostacolati da restrizioni relative al luogo in cui si trovano i dati o all’accesso dei dati – restrizioni che spesso non hanno alcun rapporto con la protezione dei dati personali. Questa nuova iniziativa affronterà il problema di tali restrizioni, favorendo in tal modo l’innovazione. La Commissione avvierà anche un’iniziativa europea a favore del cloud computing relativa alla certificazione dei servizi di cloud computing, al cambiamento di fornitore di detti servizi e a un «cloud per la ricerca»;
15) individuare le priorità per l’elaborazione di normee l’interoperabilità in settori fondamentali per il mercato unico digitale, quali la sanità elettronica, la pianificazione dei trasporti o l’energia (contatori intelligenti);
16. promuovere una società digitale inclusiva in cui i cittadini dispongano delle competenze necessarie per sfruttare le opportunità offerte da Internet e aumentare le possibilità di trovare un lavoro. Anche grazie ad un nuovo piano di azione per l’eGovernment, i registri delle imprese in tutta Europa saranno collegati, i diversi sistemi nazionali potranno lavorare in modo compatibile, e le imprese e i cittadini avranno la possibilità di comunicare i dati una sola volta alle amministrazioni pubbliche, che non dovranno più richiedere ripetutamente al cittadino la medesima informazione ogniqualvolta possono riutilizzare le informazioni già in loro possesso. Tale iniziativa consentirà di ridurre le formalità burocratiche e potrebbe portare a un risparmio di circa 5 miliardi di euro all’anno entro il 2017. Sarà accelerata anche l’introduzione degli appalti elettronici e delle firme elettroniche interoperabili.

Vedi anche  Bonus cultura: al via il 15 settembre anche per i diciottenni

L’introduzione di un mercato unico digitale ha come scopo quello di colmare l’enorme differenza presente tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. L’Italia è tra i paesi messi peggio, il nostro Paese si trova sotto la media europea nella fruizione di servizi digitali sia in ambito privato che imprenditoriale ed è altrettanto preoccupante l’utilizzo di servizi di e-government (18% in un contesto che raggiunge il 33% degli utenti in Europa). L’introduzione di un mercato unico potrebbe essere la soluzione adatta per colmare queste lacune introducendo una serie di investimenti utili per migliorare la fruizione dei servizi digitali.

Argomenti Correlati