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Minibond per autofinanziare l’impresa

I minibond sono uno strumento di auto finanziamento con il quale le società non quotate in borsa possono reperire fondi dagli investitori fornendo in cambio titoli di credito in favore di chi desidera credere nel loro progetto.

Questa particolare forma di auto finanziamento consente alle società, soprattutto piccole e medie imprese, di diversificare la fonte dei loro finanziamenti, finanziando i propri progetti di sviluppo al di fuori del sistema bancario. Tecnicamente i minibond sono un vero e proprio prestito obbligazionario , dei titoli di credito che un’azienda emette per garantirsi denaro contante da parte di investitori qualificati attraverso investitori privati.
Si possono quindi collocare sia cambiali finanziarie (durata fino a 36 mesi) sia strumenti obbligazionari anche di tipo partecipativo (durata oltre 36 mesi).

L’elemento di grande interesse è determinato dal regime fiscale agevolato. Il decreto prevede infatti la neutralità tra il regime fiscale applicato alle emissioni di società non quotate e quello più favorevole delle società quotate. Infatti ora, da un lato, anche per le società non quotate è possibile emettere strumenti finanziari deducendo per intero gli interessi passivi (fino al 30% del ROL) e, dall’altro, i sottoscrittori di titoli negoziati possono beneficiare dell’esenzione dalla ritenuta d’acconto sugli interessi e altri proventi finanziari percepiti.

Per poter emettere minibond l’azienda non deve esser quotata in Borsa, deve aver sottoposta a revisione l’ultimo bilancio da un revisore legale o da una società di revisione e l’emissione deve esser assistita da uno “sponsor” che agisca da intermediario, incaricandosi del collocamento degli stessi sul mercato.

I minibond sono stati introdotti nel 2012 dal Governo Monti con il Decreto per lo sviluppo economico (D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito in Legge con modificazioni il 7 agosto 2012 e disciplinati dal Decreto Sviluppo Bis D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito in Legge con modificazioni il 17 dicembre 2012 e dal Decreto Destinazione Italia D.L. 23 dicembre 2013, n. 145 convertito con modificazioni il 21 febbraio 2014) prevedendo espressamente che questa speciale tipologia di finanziamento sia destinata alle piccole e medie imprese come definite dalla raccomandazione 2003/361/CE, ovvero con meno di 250 dipendenti e un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro annui. In alternativa, le aziende possono accedere presentando un totale di bilancio minore di 43 milioni di euro. In ogni caso, dalla normativa rimangono escluse le cosiddette “micro-imprese”.

Per poter emettere i propri minibond, un’azienda deve quindi svolgere alcune operazioni preliminari, destinate a legalizzare la loro emissione, tra queste, in primo luogo abbiamo detto che l’azienda deve trovare uno “sponsor” che collochi i titoli di credito sul mercato.

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Sono considerati sponsor: (1) le banche, (2) le imprese investimento, (3) le SGR, (4) le società di gestione armonizzate, (5) SICAV, (6) intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 107 del T.U. bancario, nonché (7) le banche autorizzate all’esercizio dei servizi di investimento anche aventi sede legale in uno Stato extracomunitario, purché autorizzate alla prestazione di servizi nel territorio della Repubblica.

Al fine di favorire lo sviluppo degli strumenti di debito delle PMI, Borsaitaliana s.p.a ha attivato un nuovo segmento – Extramot Pro – rivolto esclusivamente ad investitori professionali (nazionali ed internazionali).
Sebbene sia possibile emettere i MiniBond anche con la configurazione di SRL, è caldamente consigliata l’emissione come SPA con un minimo di 2 milioni di Euro di fatturato e un business plan credibile unito a una governance di adeguata credibilità professionale.

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