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Mutui: poca trasparenza dei dati ABI

L’Abi ha reso noti i dati riguardanti il settore dei mutui, relativi ai primi otto mesi del 2015, che evidenziano un incremento su base annua dell’86,1% sul fronte della concessione di nuovi mutui, passando da un ammontare erogato, tra gennaio e agosto 2014, di 15,543 miliardi di euro a 28,920 miliardi nello stesso periodo di quest’anno.
Il volume dei mutui erogati risulta tuttavia fortemente distante dal record dei 17,3 miliardi registrato nel pari trimestre 2006 o dei poco meno di 16,7 del 2007.

Sembrerebbe che la crescita sia da attribuire in parte al boom delle surroghe che, secondo la stima dell’ABI ,inciderebbero per circa il 29% ma è comunque un dato che lascia intravedere una inversione di tendenza nel mercato del credito di questi ultimi anni. Secondo i dati diffusi dall’ABI – tenendo conto della modificata incidenza della componente di surroga e sostituzione – si può stimare, che il settore residenziale abbia beneficiato nel primo semestre del 2015 di risorse aggiuntive destinate a transazioni per oltre 5 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Ma questo scenario ha sollevato qualche perplessità, e a sollevare i dubbi non sono solo le associazioni dei consumatori bensì la Nomisma – istituto di ricerca che da 25 anni monitora l’andamento del mercato immobiliare – che, attraverso l’analisi di settore condotta, ha invece rilevato che il numero di compravendite è rimasto praticamente stabile (+2% nel periodo) chiedendo pertanto opportune spiegazioni che tuttavia tardano ad arrivare.

Nomisma ha evidenziato anche una certa discrepanza tra le cifre fornite dall’ABI e quelle pubblicate di recente dall’osservatorio sulle compravendite immobiliari dell’Agenzia delle Entrate che, nei primi sei mesi del 2015, ha rilevato un aumento nelle vendite delle abitazioni di un modesto 2,85%. Cioè una crescita percentuale troppo esigua per giustificare, depurando il dato 2015 del valore delle surroghe, i circa cinque miliardi di euro in più erogati nei primi otto mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, nei primi sei mesi del 2015 sono state vendute quasi 6mila abitazioni e – se ipotizzassimo un prezzo medio per casa di 250mila euro – si otterrebbe un ammontare di un miliardo e mezzo, cifra ben al di sotto dei cinque miliardi in più erogati secondo l’ABI. Anche perché dal miliardo e mezzo bisognerebbe sottrarre un ulteriore 20%, visto che un mutuo non supera normalmente l’80% del valore della casa.

Di fatto, vi è da aggiungere che sicuramente la parziale ripresa del settore è stata anche suffragata dal Fondo di garanzia per i mutui per la prima casa (legge 27 dicembre 2013, n.147, art. 1, comma 48, lettera C) istituito Presso il Ministero dell’economia e delle finanze. Secondo le stime dell’Abi ammonterebbero a 83 milioni di euro i mutui che son stati garantiti dal Fondo di garanzia per la prima casa tra febbraio e luglio 2015.

Si ricorda che il Fondo, con una dotazione patrimoniale di 670 milioni di euro per il triennio 2014-2016, rilascia garanzie, a prima richiesta, nella misura massima del 50% della quota capitale su mutui ipotecari o su portafogli di mutui connessi all’acquisto e a interventi di ristrutturazione e accrescimento di efficienza energetica di immobili adibiti ad abitazione principale per favorire l’accesso al credito a condizioni agevolate per le coppie, i precari e i genitori single di età inferiore ai 35 anni.

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