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Partite Iva in calo, colpa del Jobs Act?

Sono stati pubblicati sul sito del MEF (Dipartimento delle Finanze) i dati relativi all’Osservatorio sulle partite Iva aggiornati al mese di luglio 2015. Rispetto al mese precedente, si evidenzia un brusco calo (6,9%) che, secondo le valutazioni dell’Osservatorio, potrebbe essere stato influenzato dall’entrata in vigore delle nuove forme contrattuali previste dal Jobs Act, accompagnate dagli incentivi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato, che potrebbero aver favorito la costituzione di rapporti di lavoro dipendente rispetto a rapporti di lavoro autonomo con partita Iva.

Molto interessanti anche i dati relativi all’opzione per il regime fiscale agevolato. A luglio 2.954 soggetti hanno aderito al nuovo regime forfetario, mentre 8.640 soggetti hanno optato per il regime fiscale di vantaggio. Complessivamente, tali adesioni rappresentano il 28,8% del totale delle nuove aperture. La possibilità di opzione tra i due regimi, lo ricordiamo è prevista dal decreto Milleproroghe (D.L. 192/2014) ed è valida solo per l’anno in corso (da gennaio 2016 resterà in vigore solo il regime forfetario).

In merito alla distribuzione per natura giuridica, in crescita solo il dato relativo alle società di capitali. A livello territoriale, si registrano aumenti solo nelle regioni e province autonome del nord mentre appare preoccupante il calo al centro-sud, in particolare in Basilicata e Calabria. Tra i settori produttivi è sempre il commercio a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva, seguito dalle attività professionali e dalle costruzioni, con un sensibile picco di aperture nel settore dell’istruzione. Infine, un dato che lascia ben sperare in ottica futura: quasi la metà delle nuove partite Iva è attribuibile ai giovani fino a 35 anni.

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