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Pensione: un miraggio o una realtà?

Nel precedente articolo abbiamo analizzato come accantonare un pò di danaro per i nostri obiettivi futuri mediante il PAC (clicca sul link per leggere). Oggi affronteremo in breve, in quanto non basterebbe una giornata, il tema dell’accantonamento ai fini pensionistici.

Partiamo dalla problematica per poi sviscerare la soluzione. Un dato certo è quello che col tempo lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi vedranno ridurre sempre più le eventuali prestazioni pensionistiche che riceveranno una volta raggiunta la fatidica “età del riposo”. L’altro problema da affrontare potrebbe essere quello di accantonare ai fini pensionistici usufruendo nel mentre di vantaggi fiscali su quello che si mette da parte.

In breve i principali strumenti utilizzabili per l’accantonamento ai fini pensionistici sono tre: il PAC, la polizza vita tradizionale, il PIP. Vediamo come possono integrare la nostra pensione questi strumenti singolarmente facendo riferimento ai punti di forza e alle problematiche che presenta ognuno.

Sul PAC ci soffermeremo pochissimo in quanto abbiamo trattato abbondantemente l’argomento nel precedente articolo. Soffermandoci sugli aspetti positivi ricordiamo che il PAC è uno strumento che può permetterci di ottenere una buona pensione integrativa sfruttando anche i rendimenti collegati ai mercati azionari (parliamo di azionario in quanto è il mercato che dovrebbe essere utilizzato per obiettivi di lungo termine). Solitamente i costi di questo strumento sono molto bassi quindi non verrà decurtato il capitale investito. Una pecca potrebbe essere la mancanza di coperture assicurative caso morte e quindi l’impossibilità di destinare il capitale assicurato a persone specifiche. Questo strumento non ha vantaggi fiscali.

La polizza vita tradizionale ci permette di avere un rendimento certo che farà solo crescere il nostro capitale. Questo rendimento per un obiettivo di lungo termine come la pensione sicuramente non può essere considerato soddisfacente ma per tutti coloro che vogliono certezze sicuramente è un vantaggio. Un altro vantaggio potrebbe essere l’obbligatorietà dei versamenti che, per tutti coloro che hanno difficoltà nel gestire le proprie tasche, è una vera imposizione positiva. All’interno di questi strumenti vi è quasi sempre collegata una copertura caso morte, finalizzata alla tutela dei propri cari. A partire dal 2001 non è più prevista detraibilità, salvo per la parte inerente la copertura morte.

Vedi anche  IMU sui terreni ex montani: sanatoria entro il 31 marzo 2015

Infine il PIP (piano pensionistico individuale) è il classico strumento utilizzato dai professionisti per avere un vantaggio fiscale oggi e poter accantonare per la pensione. La deducibilità del premio annuo è pari al 100% dello stesso con un massimo di circa €5.100. Altro punto di forza è la malleabilità dello stesso che ogni anno può variare in funzione della necessità che il cliente ha di dedurre. Per quanto concerne i rendimenti la maggior parte dei prodotti permettono di diversificare i premi su vari mercati. Infine ricomprendono tutti delle coperture caso morte. Le sfaccettature di questo prodotto sono tantissime quindi verranno trattate successivamente su articoli specifici.

In conclusione come possiamo crearci una pensione complementare? Analizziamo le nostre nescessità e utilizziamo il prodotto che maggiormente possa soddisfarle.

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