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Playboy, niente più conigliette in copertina

Chi lo avrebbe mai detto. La rivista che 62 anni fa faceva tremare le famiglie e i circoli intellettuali sfidando il femminismo, dice basta al suo cavallo di battaglia in copertina: niente playmate nude. Marylin e tutte le conigliette di Playboy resteranno solo un lontano ricordo. Lo fa sapere l’Ad, Flanders al New York Times dopo il crollo di vendite: da 5,6 milioni di copie alle 800 mila attuali. “Sul web ti scegli il nudo che vuoi” ha detto. Tanto vale puntare su un piano editoriale diverso. Strano a dirsi per una rivista cult ambita per mezzo secolo dalle dive e fotomodelle di tutto il mondo.

Ed in effetti internet ha modificato radicalmente il modo di fruire letture erotiche e nudo femminile. Lo ha peggiorato forse? Quelle copertine audaci mai volgari erano il frutto di un enorme lavoro fotografico. Arte del nudo, pose sexy ed esibizionismo di lusso al quale non si sono sottratte negli anni Naomi Campbell, Sharon Stone, Eva Erzigova e persino Lisa Simpson.
Era il bello impossibile che arrivava sulle scrivanie, in cucina, nei circoli mentre si parlava di Kant. Era un eros trasversale che segnava un confine ben preciso tra il lettore e la copertina. Quello che oggi non esiste più, quello che oggi viene abbattuto da un click. Facile – anche troppo – da togliere la curiosità, il gusto per la bellezza, l’ammirazione o l’invidia da parte delle donne non conigliette. Perché la pornografia on line è un business da capogiro.

Le ultime cifre sul porno online restituiscono un’immagine dell’universo web inedita. Siti porno come YouPorn (recentemente passato di mano per 100 milioni di dollari), YouJizz, xnxx.com, Redtube e Xvideos generano una quantità di traffico superiore a quella della maggior parte degli altri siti web tanto che solo giganti come Google e Facebook sembrano poter competere contro i maggiori portali pornografici mondiali.
Secondo un’inchiesta condotta dal portale statunitense ExtremeTech, il porno domina incontrastato il web. O, per meglio dire, il porno è il web. Fatta qualche rara eccezione, il porno online è in cima alle classifiche per numero di utenti unici mensili, per permanenza, pagine visitate. Alla faccia del SEO.

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Siamo ormai lontani da quando arrivava nelle edicole americane il primo numero di Playboy, uscito nel dicembre del 1953. In copertina una sorridente e sensuale Marilyn Monroe. Quella pagina fu prodotta sul tavolo della cucina dell’appartamento di Chicago in cui viveva il futuro magnate. Hefner per portare in stampa il primo numero investì 600 dollari di tasca propria e riuscì a ottenerne circa 8.000 in prestito. La scommessa fu un successo: il primo numero vendette 51.000 copie. Ora, cosa si inventeranno sul web per vincere la tragica guerra dei click? Sulle cui armi lasciamo i commenti al lettore.

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