Vai al contenuto

Retribuzioni in ritardo? L’Inps recupera le agevolazioni

La sentenza n.2112/2016 della Cassazione, pubblicata il 3 febbraio, è destinata a far discutere non poco. La Suprema Corte, infatti, ha stabilito che l’Inps ha diritto al recupero della fiscalizzazione degli oneri sociali e delle agevolazioni contributive nel caso in cui le retribuzioni vengano versate in ritardo ai dipendenti.

Tutto nasce dal decreto ingiuntivo emesso dall’Inps nei confronti di una struttura sanitaria privata per il recupero di somme relative a contributi omessi e sgravi indebitamente conguagliati. In primo grado viene parzialmente accolto il ricorso della società, ma successivamente la Corte d’Appello di Catania ribalta il giudizio condannando la struttura sanitaria al pagamento di un ulteriore somma, oltre le sanzioni. Questa la motivazione: “la corresponsione delle retribuzioni con ritardo, integrando l’inadempimento di un’obbligazione primaria del datore di lavoro, comportava l’applicazione della sanzione di decadenza dai benefici relativi ai contributi pretesi dall’ente previdenziale, a prescindere dal rispetto dei minimi retributivi previsti dal contratto collettivo“.

A questo punto la società propone ricorso per Cassazione contro l’Inps, spiegando che il ritardo nell’adempimento è dipeso da una causa esterna, costituita dal ritardo del pagamento delle rette da parte della Unità Sanitaria Locale. La Suprema Corte, preliminarmente, accerta che la società ha corrisposto la retribuzione ai propri dipendenti in misura non inferiore a quella minima prevista dal contratto collettivo, ma in ritardo rispetto alla scadenza, attribuendosi, però, lo agevolazioni contributive anche per i mesi in cui la retribuzione non veniva corrisposta. Sulla base di questi elementi, e mancando il riscontro probatorio di quanto affermato dal ricorrente in merito al ritardo nel pagamento delle rette, il ricorso è stato integralmente e definitivamente rigettato. Inquadrando una fattispecie che, ne siamo certi, potrà interessare moltissimi datori di lavoro che si sono trovati a dover affrontare una situazione simile.

Vedi anche  Unico 2015: si presenta entro il 30 settembre

Argomenti Correlati