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Voucher lavoro: tracciabilità con comunicazione obbligatoria

I voucher furono introdotti nel 2008, inizialmente servivano per pagare i pensionati e gli studenti che andavano a fare la vendemmia. In seguito il campo di applicazione dei voucher è stato esteso a tutti i settori, dal commercio al turismo, fino all’edilizia. Disponibili on line ma anche dal tabaccaio, hanno visto una sempre più crescente diffusione. L’anno scorso un dipendente su dieci è stato pagato almeno una volta con questi buoni lavoro, 7 euro e 50 ad ora, più minicontributi sulla pensione.

Considerato l’aumento eccessivo dell’impiego dei voucher, il governo sta per modificarne le regole, è infatti allo studio un intervento che possa garantire la tracciabilità degli stessi e limitare fenomeni di abuso (leggi anche questo articolo.
La misura prevederebbe l’invio di un sms all’Inps da parte del datore di lavoro indicando il nome del lavoratore nonché la durata del rapporto. Il messaggio dovrà essere inviato prima di utilizzare il voucher. Stessa procedura a conclusione del rapporto.
Questo è quanto detto dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti durante il question time alla Camera in risposta ai dati allarmanti che hanno visto crescere a dismisura il ricorso al lavoro accessorio.

Ed infatti l’Inps ha calcolato che solo nel mese di Gennaio 2016 siano stati venduti 9,2 milioni di voucher, con un incremento del 36% su base annua, mentre nei primi undici mesi del 2015 l’Inps aveva calcolato che erano stati venduti 102,4 milioni di voucher da 10 euro, il 67,5 per cento in più rispetto al corrispondente periodo del 2014, con punte del 97,4 per cento in Sicilia, dell’85,6 per cento in Liguria e dell’83,1 per cento e dell’83 per cento rispettivamente in Abruzzo e in Puglia.

Vedi anche  Flussi lavoratori non comunitari, via alle domande

Dati alla mano, sembrerebbe trattarsi di una nuova forma di precariato che potrebbe prestarsi ad essere usato anche per «nascondere» lavoratori che in realtà sono dipendenti a tutti gli effetti, pagandoli meno senza nessun problema nel mandarli via da un momento all’altro (soprattutto considerate le nuove modalità di licenziamento di cui abbiamo parlato in questo articolo). Invece con l’obbligo di sms si potrà tenere traccia non solo della durata del rapporto di lavoro ma anche verificare che questa non si protragga oltre il consentito.

Inoltre il Ministro Poletti non ha escluso che vi sia anche la possibilità di rivedere la normativa del lavoro accessorio riportandola, come ha chiesto il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, all’origine, cioè solo per coprire lavori a carattere saltuario prestabili da studenti e pensionati così come disponeva la Legge Biagi.

Insomma, il legislatore Italiano, anziché spingere su una maggiore flessibilità -necessaria in un mercato globale- continua ad imbrigliare le aziende con misure che comportano sempre più ingenti costi sul personale e che ne affossano la competitività, per tornare invece indietro nel tempo, irrigidendo sempre più l’economia reale, il sistema aziendale, “costringendo” alla delocalizzazione all’estero o ad un eccessivo ricorso alla tecnologia che minimizzi i costi della manodopera.

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