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Volkswagen: Berlino e l’Europa sapevano

Il governo tedesco e l’Unione Europea erano al corrente dello scandalo Volkswagen. È questo quello che emerge dall’inchiesta del Die Welt Online, secondo la quale il ministro dei trasporti Alexander Dobrindt il 28 luglio era stato chiamato a rispondere in un’interrogazione parlamentare, ad opera del partito dei Verdi, proprio su questo argomento. Sempre secondo lo stesso giornale, questo dimostrerebbe come il governo tedesco fosse già al corrente del metodo per truccare i controlli anti inquinamento.

Sempre il Die Welt sostiene come anche l’Unione Europea fosse a conoscenza dello scandalo operato dalla Volkswagen sulle sue vetture. Nel frattempo però, con i cittadini pronti ad azioni legali, non tardano ad arrivare le prese di posizione e le richieste di chiarimenti da parte dei governi. La Merkel chiede trasparenza, il Bundestag tedesco parlerà del caso Volkswagen domani mentre il ministero dei Trasporti ha istituito una commissione d’inchiesta, l’UE ha dichiarato di seguire la faccenda in modo serio e, anche il governo italiano ha avviato un’inchiesta.

La Volkswagen assicura però che i nuovi modelli diesel Euro 6, distribuiti in Europa, non sono truccati. Queste rassicurazioni però non frenano la caduta del titolo azionario del marchio tedesco: i titoli ordinari cedono il 7,9%, a 105,5 euro, mentre quelli privilegiati perdono l’8,2% a 100 euro. Il tutto è tramutato in 24 miliardi di euro bruciati in due giorni.

Come già scritto nel nostro precedente articolo, una prima soluzione, principalmente nei confronti dell’opinione pubblica, potrebbe essere le dimissioni ceo Martin Winterkorn, che però continua a chiedere scusa e a difendere l’operato della Volkswagen dichiarando: “Molto viene messo in dubbio in questo momento, lo capisco. Ma sarebbe sbagliato che per i brutti errori di pochi finisse nel sospetto generale il lavoro duro e onesto di 600 mila persone. Questo la nostra squadra non lo ha meritato. Perciò vi chiedo e vi chiediamo di continuare a riporre fiducia nel nostro percorso”. Dichiarazioni che lasciano trasparire, la poca voglia di passare la mano.

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