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Fallimento banca e crisi bancaria: cosa rischiano i clienti 

Da qualche settimana di parla di una forte crisi bancaria che ha investito alcuni istituti di credito come la Silicon Valley Bank, Deutsche Bank e Credit Suisse.

Ad oggi, non è ancora dato sapere se la crisi del sistema bancario in questi primi mesi del 2023 possa coinvolgere altre banche, così come se essa possa riguardare quelle del nostro Paese.

Questa situazione mette in allerta tutte le persone che hanno un conto corrente in banca, sono degli azionisti, investitori o hanno sottoscritto obbligazioni attraverso i propri risparmi.

Così come tante persone hanno acceso un mutuo e hanno risparmi versati nelle banche. Cosa rischiano i risparmiatori? In questo articolo proveremo a dare una risposta utile a chi non vuole vedere i propri soldi in fumo.

fallimento banca

Come i risparmiatori sono tutelati in caso di fallimento della banca

Se fallisce una banca cosa succede? Questa è la domanda che si stanno facendo clienti, correntisti e coloro che non hanno familiarità con questo argomento.

Dopo la crisi del 2008, una nuova crisi delle banche che sta portando al fallimento della Silicon Valley Bank, e che sta mettendo in crisi altri istituti del settore e fa aumentare il timore sulla persona comune che si è già trovata a pagare di tasca propria le difficoltà di tale sistema di ormai quindici anni fa e non vuole pagare i debiti della banca. 

Se avviene un fallimento banca, ci sono degli strumenti che tutelano gli strumenti finanziari che i clienti hanno acceso con l’istituto fallito.

Vediamo insieme quali sono e come funzionano.

Indice:

Protezione dei depositi per fallimento banca

Il fallimento di una banca può mettere a rischio i risparmi che un cliente può aver affidato all’istituto di riferimento.

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Molti con la crisi di Svb hanno pensato per evitare il peggio di attivarsi per una corsa agli sportelli, ritirare i propri soldi e salvare il salvabile.

Diciamo che non siamo nel momento di fare tutto ciò in quanto in soccorso di una situazione del genere interviene il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Il FITD, tutela i conti di deposito fino a 100.000 euro per ogni cliente e banca 200.000 euro se esso e cointestato.

Infatti, il fondo rimborsa per il fallimento delle banche italiane:

  • conti corrente;
  • depositi a risparmio nominativi;
  • certificati di deposito nominativi;
  • buoni fruttiferi.

Invece, non sono coperti dal fondo di tutela i titoli finanziari rischiosi come:

  • azioni;
  • obbligazioni;
  • fidi;
  • castelletti.

Naturalmente, il limite di 100mila euro di rimborso dei soldi che questo fondo garantisce non rassicura persone che hanno depositi più grandi, i quali potrebbero subire perdite.

I capitali verrebbero risarciti entro sette giorni dalla liquidazione coatta della banca e nel periodo precedente i clienti potrebbero subire mancanza di liquidità o una perdita temporanea dei propri risparmi.

Come si gestisce il rischio di perdita dei risparmi

Per ridurre il rischio di perdita dei propri risparmi per il fallimento di una banca, i clienti possono adottare alcune strategie.

Ad esempio, è possibile:

  • diversificare i propri depositi su più banche, evitando di concentrare tutto in un unico istituto;
  • è importante valutare la solidità finanziaria della banca prima di depositare i propri denari;
  • è possibile scegliere di investire in prodotti finanziari che prevedono una maggiore tutela del capitale investito, come i conti deposito.

In questo senso, le agenzie di rating possono fornire utili indicazioni sulla situazione finanziaria della banca e sul suo grado di affidabilità.

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Il mutuo ed il fallimento banca

Quando fallisce una banca cosa succede al nostro mutuo? In questo articolo abbiamo parlato di che fine fanno i nostri risparmi quando il sistema delle banche porta gli istituti in default.

Ora dobbiamo spiegare la questione relativa a chi ha acceso un mutuo con una banca che va verso il fallimento.

Cominciamo a precisare che anche in caso di fallimento dell’istituto bisogna continuare a ripagare il mutuo e esso non si azzera.

Vediamo come si deve comportare chi ha un mutuo per il fallimento dell’istituto di credito dovuta alla crisi dei mercati finanziari.

Il mutuo e le banche fallite

Quando una banca è coinvolta in una procedura di fallimento di solito essa viene rilevata da un altro istituto del settore o da un gruppo di banche. In questo caso, chi ha un mutuo deve continuare a corrisponderlo al nuovo acquirente della banca alle stesse condizioni concordante con quella precedente che presta denaro.

Se questo non avviene, la procedura di fallimento porta il tribunale a richiedere i crediti della banca ai clienti e i soggetti che hanno un mutuo con quell’istituto dovranno pagarlo alle condizioni previste.

In entrambi casi, chi ha un mutuo può procedere alla rinegoziazione dello stesso o procedere alla sua surroga con il conseguente trasferimento del suo onere verso un’altra banca a cui si dovrà riconoscere e remunerare lo stesso.

Se si era in difficoltà a pagare il mutuo, la banca acquirente potrebbe rivalutare i crediti per rientrare di somme che altrimenti sarebbero perso ad un valore più basso o chiedere di procedere al saldo e stralcio, ottenendo una somma inferiore. I clienti possono ripagare i propri debiti, l’istituto che si è fatto carico dell’acquisizione della banca può ridurre la passività della stessa.

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Mutuo ed aumento dei tassi di interesse

Quali ripercussioni porta la crisi delle banche a chi ha un mutuo? Avere un mutuo vuol dire essere soggetti, soprattutto se lo si è acceso con un tasso variabile, all’evoluzione degli scenari economici e monetari come l’inflazione e la politica monetaria portate avanti dai singoli Paesi e dalle organizzazioni internazionali,

Le oscillazioni dei mercati finanziari possono essere un bene o un male per i mutui in quanto ci sono dei momenti dove i tassi di interesse sono bassi e quindi è conveniente accenderli e dei momenti in cui aumentano e può diventare molto più difficile pagarli e sicuramente un’idea poco brillante concordarne uno.

Notizia di pochi giorni fa è stata la mossa della Banca Centrale Europea di aumentare i tassi di interesse che stanno avendo conseguenze su prestiti e mutui, soprattutto quelli a tasso variabile.

Tale aumento della Bce potrebbe portare a far aumentare le rate mensili del mutuo fino al 48% rispetto al 2022, mentre per chi ha il tasso fisso, non avvertirà l’impennata della propria quota mensile.

In conclusione, questo sembra il momento di evitare di aprire un mutuo e per chi ce l’ha di provare con una surroga o un cambiamento di istituto per limitare il conseguente dell’aumento dei tassi di interesse.

 

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