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Busta paga dei dipendenti: il taglio del cuneo fiscale 2024 

La Legge di Bilancio 2024 ha confermato il taglio del cuneo fiscale, la cui riduzione era stata iniziata dal Governo Draghi nel 2022 e la cui percentuale era stata aumentata nel corso del 2023.

Infatti, il Governo Meloni non ha modificato le regole sul taglio contributivo per il lavoratori dipendenti di datori pubblici e privati,  finanziandolo con circa 10 miliardi di euro nel 2024, a vantaggio dei redditi più bassi.

La riduzione del cuneo fiscale prevede l’esonero contributivo a carico dei lavoratori per il periodo di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 applicato sulle retribuzioni mensili.

Il taglio cuneo è pari al 7 per cento sui contributi da versare per i dipendenti fino a 25 mila euro annui di reddito e del 6 per cento per quelli fino a 35 mila euro all’anno.

Vediamo insieme come funziona il bonus in busta paga e ed i benefici previsti in base anche alle nuove aliquote IRPEF. 

Indice:

Cos’è il taglio del cuneo fiscale sui redditi di lavoro dipendente

Il taglio del cuneo fiscale si riferisce alla riduzione del divario tra il costo del lavoro per l’azienda ed aumento del netto in busta per i lavoratori, attraverso politiche fiscali e contributive.

In sostanza, l’obiettivo del taglio del cuneo fiscale è quello di aumentare la competitività delle imprese e di ridurre il costo del lavoro per i datori di lavoro, mentre contemporaneamente si aumentano le risorse economiche disponibili per i lavoratori.

Questa misura può essere realizzata attraverso una varietà di meccanismi, come ad esempio la riduzione delle aliquote fiscali sulle retribuzioni, l’incremento delle detrazioni fiscali per le famiglie lavoratrici o la riduzione dei contributi previdenziali a carico delle aziende.

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Il taglio del cuneo fiscale è spesso visto come una politica economica per stimolare la crescita e l’occupazione, migliorando la distribuzione delle risorse e riducendo la disuguaglianza economica.

taglio cuneo fiscale

Come funziona il taglio del cuneo fiscale 2024 in busta paga con lo sgravio contributivo

L’aumento in busta paga grazie alla conferma del taglio del cuneo si applica ai rapporti di lavoro dipendente, anche di apprendistato, pubblici e privati, tranne che per i lavoratori domestici.

Nel calcolo della riduzione del cuneo è escluso il rateo della tredicesima e sarà:

  • del 6% fino all’importo di 2.692 euro di retribuzione lorda al mese maggiorato dal rateo di tredicesima per la mensilità di dicembre;
  • del 7% a condizione che la retribuzione imponibile non superi i 1.923 euro al mese compresa la competenza del mese di dicembre.

L’aumento della retribuzione, parametrata su base mensile, sarà calibrato sullo stipendio imponibile erogato e su contributi dovuti nelle tredici mensilità. 

Taglio cuneo fiscale e riforma scaglioni IRPEF: gli effetti sulla retribuzione dei lavoratori dipendenti

La riduzione da quattro a tre degli scaglioni di reddito previsti dalla riforma dell’IRPEF ed il taglio del cuneo porteranno all’aumento di circa 100 euro al mese in media per quattordici milioni di lavoratori.

Infatti, questo è il frutto non solo del taglio del cuneo ma anche l’accorpamento dei primi due scaglioni con la cancellazione del secondo e l’allargamento del primo e la tassazione del ventitré per cento fino a 28.000 euro all’anno di reddito della riforma IRPEF.

Gli aumenti saranno conseguenti a questi due provvedimenti e quantificati in:

  • 108 euro al mese per chi percepisce fino a 2.692 euro ogni mese;
  • 75 euro in più al mese per chi non eccede l’importo mensile di 1.500 euro ogni mese;
  • 50 euro al mese per chi riceve uno stipendio fino a 1.000 euro ogni mese.
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Inoltre, il netto in busta paga aumenterà di:

  • 84 euro al mese per i lavoratori con reddito fino a 20.000 euro all’anno;
  • 112 euro al mese per i dipendenti con reddito compreso tra 25.000 euro e 30.000 euro all’anno;
  • 120 euro al mese per coloro che percepiscono entrate superiori a 35.000 euro all’anno.

Questi sono gli aumenti degli stipendi previsti grazie alla combinazione tra riduzione del cuneo su base mensile per tredici mensilità e riforma IRPEF previsti nella Legge di Bilancio per il 2024.

riduzione del cuneo fiscale

I vantaggi e gli svantaggi della riduzione del cuneo fiscale della Legge di Bilancio 2024

I benefici del taglio del cuneo fiscale per il 2024 riguardano prima di tutto i dipendenti che avranno più soldi in tasca grazie alla riduzione del sei per cento dei contributi a carico dei lavoratori per chi guadagna fino a 35mila euro lordi con importo mensile di 2692 euro e del sette per cento per quelli che incassano fino a 25.000 euro lordi con l’importo mensile di 1.923 euro.

Un altro vantaggio che comporta il taglio della quota dei contributi previdenziali da versare è la diminuzione delle tasse. Questo permette al lavoratore di avere più soldi che potrà consumare o investire, contribuendo alla potenziale crescita dell’economia.

Tra gli svantaggi di questo taglio c’è l’aumento IRPEF conseguente all’aumento dei redditi del lavoratore con parte delle risorse frutto della sua riduzione che torneranno nelle casse dello Stato.

Un altro svantaggio è quello sottolineato dall’Ufficio Parlamentare di bilancio con il paradosso di quota 35 mila euro. Infatti, l’aumento del reddito di un solo euro in corrispondenza delle due fasce su cui è applicato il taglio porta alla riduzione dello sconto di circa 150 euro. Inoltre, se si supera la soglia di reddito di 35.000 euro annui la riduzione del reddito disponibile è di circa 1.100 euro, maggiore rispetto a quelli dei redditi inferiori.

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Tutto questo, valutando lo sgravio di circa 1.600 euro in corrispondenza della prima fascia e di poco più di 1.900 euro in corrispondenza della seconda fascia in corrispondenza della soglia di 35.000 euro, farà sì che, se il taglio del cuneo sarà confermato anche per i prossimi anni, i lavoratori preferiranno rimanere sotto 35mila euro annui di guadagni annuali per beneficiare del bonus fiscale.

Sarà il tempo a dire se con lo scostamento di bilancio e quindi facendo debito, gli euro mensili frutto delle risorse messe a disposizione dal taglio del cuneo porteranno a ripagare l’investimento fatto. Infatti, questa misura non significa l’aumento degli stipendi lordi che si ottengono con l’incremento della produttività delle imprese, da sostenere con incentivi statali.

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