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Welfare aziendale 2024: cosa chiarisce Agenzia delle Entrate 

Nella circolare 5/E del 7 marzo 2024 Agenzia delle Entrate indica alcune istruzioni operative relativamente al welfare aziendale.

Infatti, in merito ai beni e servizi erogati dal datore di lavoro ai propri dipendenti come welfare aziendale l’Agenzia delle Entrate precisa che per il periodo d’imposta 2024:

  • non formano reddito da lavoro dipendente nel limite dei 1.000 euro, 2.000 per i dipendenti con figli a carico, le somme versate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica, del gas naturale, le spese per l’affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relative alla prima casa;
  • per gli importi rimborsabili e relativi alle spese di affitto ed agli interessi sul mutuo, essi devono riguardare l’abitazione principale posseduta e detenuta dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, nei quali il dipendente o i suoi familiari con un titolo di possesso adeguato secondo quanto previsto dall’articolo 12 del Testo Unico sulle Imposte e sui Redditi ed il contratto di affitto regolarmente pagato e registrato;
  • per la determinazione del compenso in natura, derivante dai prestiti ai lavoratori dipendenti, il valore imponibile del prestito aziendale è pari al 50 per cento della differenza tra il valore degli interessi calcolato al tasso ufficiale di riferimento, Tur, e quello degli interessi calcolato al tasso effettivamente praticato al dipendente sui prestiti, alla data di scadenza di ciascuna rata per quello variabile e quello vigente alla data di concessione del prestito per quello fisso;
  • per la surroga del mutuo a tasso fisso prevede che il valore imponibile dal prestito aziendale è calcolato in base alla differenza tra gli interessi effettivamente dovuti e quello determinato al momento della rinegoziazione e gli interessi calcolati con il Tur vigente al momento della firma della rinegoziazione del mutuo;
  • la detassazione del 5 per cento dei premi di risultato riguarda la relativa aliquota dell’imposta sostitutiva su di essi e sulla partecipazione agli utili d’impresa;
  • la detassazione del 15 per cento sulla retribuzione lorda del lavoro notturno e straordinario effettuato dai lavoratori stagionali dal primo gennaio 2024 al 30 giugno 2024 se si ha un reddito da lavoro che non deve superare i 40.000 euro nel 2023.
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Questi chiarimenti pubblicati dall’Agenzia delle Entrate si applicano retroattivamente a partire dal periodo d’imposta 2023 e se termina il rapporto di lavoro nel corso del 2023 del lavoratore dipendente bisognerà effettuare il conguaglio.

welfare aziendale cos è

Indice:

Cosa è il welfare aziendale

Il welfare aziendale è l’insieme di servizi e benefici che il datore di lavoro concede ai propri lavoratori dipendenti, previsti dall’articolo 51 del TUIR

Per un’azienda, erogare le forme di welfare aziendale significa prendersi cura del benessere dei dipendenti, fornendo loro beni e servizi in aggiunta alla normale retribuzione.

Un piano welfare ben strutturato permette al dipendente di usufruire di servizi e beni messi a disposizione dal proprio datore di lavoro che, se non superano determinati limiti di spesa, non incidono sulla tassazione del reddito imponibile.

Invece, l’impresa ha la possibilità di accedere a vantaggi fiscali grazie all’erogazione delle politiche di welfare.

Come funziona il welfare aziendale

I benefit del welfare possono essere presenti all’interno dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, sui contratti di lavoro oppure nel regolamento aziendale.

Erogare quelli che vengono chiamati fringe benefit e flexible benefit non è un obbligo per il datore di lavoro mentre i dipendenti possono richiederli a quest’ultimo per beneficiarne.

La Legge di Bilancio 2024 ha stabilito dei limiti da non superare per i fringe benefit pari a 2.000 euro per i dipendenti con figli e 1.000 euro per quelli che non li hanno a proprio carico, limitatamente al periodo d’imposta 2024, per essere esentasse. Invece, i flexible benefit non prevedono alcun limite di spesa, tranne per la previdenza complementare e le mutue sanitarie, con limiti rispettivamente pari a 5.164,57 euro e 3.615,20 euro.

I beni ed i servizi del welfare aziendale possono essere concessi sotto forma di buoni cartacei o elettronici e l’imponibilità fiscale dipende dalla loro erogazione come fringe o flexible benefit.

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piattaforma welfare aziendale

Le soluzioni di welfare aziendale: i fringe benefit

Il progetto di welfare aziendale può prevedere l’erogazione di fringe benefit come:

  • l’utilizzo dell‘auto aziendale;
  • strumenti tecnologici come lo smartphone o il portatile;
  • il pagamento dell’abbonamento per il trasporto pubblico o per la palestra;
  • immobili in comodato o in affitto;
  • prestiti finanziari.

Questa forma di retribuzione in natura possono essere previsti nel welfare contrattuale o welfare di contratto, previsto dal proprio CCNL, nel welfare di produttività o welfare da premio di risultato, frutto di accordi bilaterali sindacali, ed il welfare puro che premia i dipendenti per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

La progettazione del piano di welfare aziendale: i flexible benefit

In materia di welfare aziendale, i flexible benefit possono essere riconosciuti ai dipendenti nella busta paga mensile, a cadenza periodica o come rimborso spese. 

I flexible, attraverso il welfare aziendale, consentono al lavoratore di beneficiare di:

  • assicurazioni sanitarie integrative;
  • piani di previdenza complementare;
  • mutui e prestiti agevolati;
  • corsi di formazione, anche quelli sulle lingue straniere;
  • abbonamenti per cinema e teatri;
  • orari di lavoro predisposti in base alle sue esigenze;
  • il pagamento delle spese per recarsi sul posto di lavoro.

La normativa sul welfare aziendale prevede che i flexible benefit possano essere organizzati in autonomia, tramite i CCNL, con accordi interconfederale, territoriali o con i rappresentanti sindacali. 

welfare aziendale significato

I vantaggi del welfare aziendale erogati ai lavoratori

L’obiettivo del welfare aziendale è quello di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie, ottenendo dalla loro azienda beni e servizi che altrimenti dovrebbero pagare di tasca propria.

I vantaggi per i beneficiari del welfare aziendale sono:

  • un miglioramento della vita privata e lavorativa;
  • la cura del benessere dei lavoratori;
  • sono esentasse e non incidono sulla formazione del reddito;
  • riguardano servizi utili come ad esempio buoni pasto, lo smart working, le spese di asilo nido, la previdenza complementare, le assicurazioni sanitarie, le rette scolastiche e le borse di studio.
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Allo stesso tempo, le soluzioni di welfare aziendale possono essere viste negativamente dai dipendenti in quanto:

  • preferirebbero l’erogazione in denaro piuttosto che in beni e servizi di welfare aziendali;
  • altri vorrebbero un aumento in busta paga;
  • le tipologie di welfare aziendale non prevedono servizi e beni che interessano.

Invece, se il dipendente decide di trasformare i servizi welfare aziendale in premi di risultato, l’azienda e loro stessi avranno un importo senza limiti da dedurre sulle tasse.

Quali sono i vantaggi fiscali dei beni e servizi di welfare aziendale per le imprese

Il welfare aziendale è uno strumento utile alle imprese per:

  • migliorare la produttività grazie ad un maggiore benessere aziendale in quanto i dipendenti saranno più soddisfatti e motivati grazie all’erogazione delle prestazioni di welfare;
  • garantire servizi di welfare permette di aumentare la reputazione aziendale;
  • riduce le assenze sul lavoro e migliora il clima aziendale;
  • si traduce in un vantaggio competitivo rispetto alle aziende che non offrono strumenti di welfare;
  • dà vantaggi fiscali grazie alla detassazione dei servizi di welfare offerti, solo se sono concessi a tutti i dipendenti.

La definizione del piano di welfare deve essere fatta valutando le dimensioni dell’azienda, il budget da mettere a disposizione e le esigenze dei dipendenti.

 

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