Vai al contenuto

I Rider delle consegne a domicilio: la situazione in Italia

Ordinare la spesa a domicilio, la pizza o il proprio piatto preferito da supermercati, dalle catene di pizzerie e ristoranti della tua zona, per consumarli a casa è una consuetudine che per molte persone si ripete tante volte durante l’anno.

Il cliente può scaricare l’app e scegliere le piattaforme online per ordinare cibi come il sushi, il burger, il kebab, le bevande e molto altro, ricevendoli da chi lavora nel servizio di consegna a domicilio, evitando file o tavoli occupati e risparmiando tempo a tariffe ragionevoli.

Acquistare e fare l’ordine non solo telefonicamente ma anche tramite l’app sono le tipologie di ricevimento delle richieste che puoi scegliere per ricevere i cibi previsti nei menù a casa o in ufficio.

Ricevere la spesa online a casa o la consegna di cibo è molto comodo in quanto è un servizio che permette di ordinare in praticamente tutte le città in Italia, ma quali sono le condizioni di figure professionali come i rider che lavorano nel food delivery?

Negli ultimi anni, all’onore delle cronache si è parlato di questi lavoratori per le condizioni di precariato, le mancate tutele, i rischi che corrono sulle strade per il rispetto dell’ordine all’indirizzo inviato.

Vediamo insieme quale è la situazione dei rider oggi, cosa si è fatto per loro e cosa si può ancora fare per migliorare le loro condizioni.

Indice:

Il contratto collettivo dei lavoratori delle consegne a domicilio

Sono molte le aziende in cui lavorano i rider in Italia, come Deliveroo, Glovo, Burger King e altre, dove questi lavoratori effettuano le consegne attraverso le app di food delivery per contattare ed avere la spedizione dei piatti dei migliori ristoranti o il proprio hamburger.

Vedi anche  Licenziamento del lavoratore che fuma in azienda

Le prime tutele lavorative sono arrivate nel 2020 grazie al contratto collettivo firmato da Assodelivery con UGL, che ha permesso i rider di ottenere, nonostante questo preveda l’inquadramento come lavoratori autonomi. 

Allo stesso tempo, questo CCNL offre alcune tutele tipiche del rapporto di lavoro da dipendente come:

  • il preavviso per il recesso del contratto;
  • la lotta contro le discriminazioni;
  • la maggiore sicurezza sul lavoro con la concessione a carico del datore di lavoro di un indumento ad alta visibilità ed il casco;
  • l’assicurazione INAIL contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali;
  • decidere quanto lavorare nei giorni lavorative accettando le consegne ordinate sulla piattaforma;
  • un compenso minimo di 10 euro lordi l’ora, compresi i contributi INPS più premi da 600 euro al raggiungimento delle 2.000 consegne l’anno.

La società Just Eat si è distaccata da questo contratto collettivo nel 2021, stipulando con CGIL, CISL e UIL un contratto aziendale ispirato alle garanzie del Ccnl del settore logistica.

Questo accordo prevede:

  • 9 euro lordi all’ora di retribuzione minima;
  • il diritto a percepire la tredicesima ed il TFR;
  • 25 centesimi di euro a consegna;
  • inquadramento come lavoratori dipendenti con le garanzie relative.

I due accordi hanno portato i rider ad avere regolamentato il proprio rapporto di lavoro con le società del cibo a domicilio ma c’è ancora molto da fare per dare un futuro dignitoso a questa categoria, sia per come le consegne vengono fatte che per il loro futuro personale.

consegne cibo a domicilio

Luci e ombre per i rider delle consegne cibo a domicilio

La contrattazione collettiva ha aiutato a combattere il lavoro nero e l’illegalità ma ci sono diverse situazioni che non rendono lo scenario riguardante i rider positivo.

Vedi anche  I dipendenti pubblici si ammalano il doppio dei privati

Infatti, in questa professione il precariato è dilagante e l’introduzione dei voucher da 12 euro per pagare le loro prestazioni, non risolve, ma forse incentiva questa situazione.

Il contratto aziendale di Just Eat va nella direzione giusta, inquadrando i rider come lavoratori dipendenti, ma il risultato è stato la messa in regola di questi lavoratori solo a tempo parziale per lavorare nelle fasce orarie dove ci sono maggiori ordini. Inoltre, mancano alcune tutele tipiche dei contratti da dipendente come la maternità e la malattia.

Altra situazione critica è quella dell’algoritmo, condizione comune anche ai corrieri dei negozi online, per effettuare le consegne richieste che non tiene conto dei rischi su strada che i rider corrono, del tempo di percorrenza che non considera traffico e condizioni meteo, oltre al fatto che ci sono posti particolarmente difficili da raggiungere. 

Le pessime condizioni dei rider sono testimoniate anche dalla loro situazione economica, che fa di questo un lavoro che difficilmente può provvedere al mantenimento di una famiglia ed è più visto come un lavoro per chi vuole arrotondare.

I profitti delle aziende di questo settore sono molti alti mentre i guadagni dei rider variano in base alle consegne eseguite. 

Infine, le istituzioni ed i sindacati dovrebbero muoversi per migliorare le condizioni dei rider, spingendo verso la formazione di contratti da lavoro dipendente con pieni diritti e retribuzioni proporzionali a rischi e all’attività che questa categoria vive ogni giorno.

 

Argomenti Correlati