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DEF 2024 approvato dal CDM: il debito sale e non si cresce 

Il 9 aprile 2024 è stato approvato il via libera del CDM al DEF presentato con il quadro previsionale ma senza il quadro programmatico dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Così, è stato dato il via libera al Documento di Economia e Finanza, con il quadro tendenziale che mostra dati che descrivono una crescita del 2024 all’1 per cento ed in rallentamento, il debito sale ma resta sotto il 140 per cento ed aumenterà anche per il 2025 ed il 2026.

Infatti, il quadro tendenziale del DEF approvato dal Consiglio dei Ministri prevede che:

  • il PIL 2024 cresca dell’1 per cento quest’anno, nella NADEF il PIL programmatico era dell’1,2 per cento indicato nella NADEF per la crescita del settembre scorso;
  • il deficit sarà pari al 4,3 per cento del PIL, l’andamento del debito è lo stesso indicato nella NADEF del settembre scorso;
  • il debito pubblico si attesterà al 137,8 per cento del Prodotto Interno Lordo, 140,1 per cento prevedeva il quadro programmatico della NADEF dello scorso autunno.

Vediamo insieme gli altri dati contenuti nel DEF e cosa prevede di fare il Governo sulla base dei numeri presentati.

documento di economia e finanza

Indice:

Via libera al DEF 2024 in CDM: gli altri dati su PIL e debito

Gli altri dati presenti nella presentazione del nuovo DEF riguardano le stime previste per i prossimi anni relativi a PIL e debito pubblico.

Infatti, il PIL avrà una crescita dell’1,2 per cento nel 2025, era dell’1,4 per cento la crescita prevista precedentemente, e dell’1,1 per cento nel 2026, l’1 per cento nell’ultima stima.

Invece, l’indebitamento netto scenderà al 3,7 per cento nel 2025, al 3 per cento nel 2026 e al 2,2 per cento nel 2027, dati in ribasso rispetto alla NADEF, 3,6 per cento per quest’anno e lo 0,9 per cento per il 2026.

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Per quanto riguarda il debito pubblico in risalita previsto dal DEF, il taglio del PIL nel 2024 è dovuto agli effetti dell’inflazione e salirà solo di mezzo punto percentuale per poi aumentare al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026, tendenza differente rispetto al sentiero di discesa indicato nella NADEF che prevedeva un suo calo fino allo 139,6% del 2026, colpa data al disastro del Superbonus, era sceso al 137,3 per cento nel 2023.

documento economia e finanza

Nuovo DEF: Superbonus. tagli di spesa e taglio cuneo anche nel 2025

Le parole del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa dopo il CDM che ha approvato il Documento di Economia e Finanza, si sono concentrate su:

  • sull’impatto dei crediti dei bonus edilizi sull’indebitamento, pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del Superbonus nei prossimi anni, con 219 miliardi di euro di cui 122 miliardi solo di Super bonus che diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico e non bastano i circa 16 miliardi di crediti annullati e sequestrati;
  • la conferma delle privatizzazioni presenti nella stima programmatica della NADEF;
  • la previsione di andare in direzione dei tagli di spesa;
  • il rinnovo della decontribuzione che scade nel 2024 anche per l’anno prossimo;
  • il mantenimento del taglio del cuneo fiscale anche nel 2025;
  • la volontà di inviare il prossimo DEF a Bruxelles entro il 20 settembre, con la possibilità di presentarlo anche prima, il ministro prevede la presentazione del piano fiscale anche prima di questa data;
  • i dati a ribasso tengono conto del nuovo quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato;
  • la prossima Legge di Bilancio dovrà tener conto dei dati del DEF;
  • il DEF tiene conto delle decisioni sul cambio delle regole di bilancio fiscali europee.
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Inoltre, in estate verrà aperta la procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia da parte dell’UE con l’impossibilità di fare extra deficit e bisognerà trovare 20 miliardi per confermare le misure in vigore e in scadenza il 31 dicembre prossimo e prevede il termine per la presentazione del piano fiscale strutturale entro il 20 settembre.

Invece, le opposizioni insorgono, criticando che nel DEF per il 2024 manca il quadro programmatico per la mancanza di un programma definito dovuto alle elezioni europee, alla difficoltà di trovare risorse per confermare i tagli delle tasse in scadenza e che questo è il preludio ad un aumento delle stesse.

Confcommercio parla della crescita di quest’anno ancora in costruzione ma con il rallentamento dell’economia da dover fronteggiare.

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