Vai al contenuto

Albania: ecco perché gli italiani investono dall’altra parte dell’Adriatico

In linea d’aria circa 72 Km dividono le coste della Puglia dall’Albania. Nei giorni di cielo sereno dalle coste del Salento si possono addirittura ammirare le montagne del paese delle aquile. In un’ora di aereo è possibile raggiungere l’Albania dall’Italia e scoprire un nuovo mondo, una cultura nel cuore dell’Europa che cerca di lasciarsi alle spalle il passato e reagire.

Oggi l’economia del paese balcanico è considerata come quella di un paese in via di sviluppo, e per utilizzare le parole del ministro albanese dello Sviluppo Economico, del Turismo, del Commercio e dell’Imprenditorialità, Arben Ahmetaj nel giorno dell’apertura delle celebrazioni albanese a Expo 2015 il 19 ottobre 2015: “Abbiamo ereditato 15 anni fa un’immagine che non ci appartiene più. Ora l’Albania è un Paese fantastico, stabile, in cui l’economia sta migliorando”.
Nello stesso scenario il ministro albanese ha offerto un quadro della situazione evidenziando i risultati che il Paese ha raggiunto dopo dure ma necessarie riforme in quest’anno. L’economia albanese ha infatti, riscontrato una crescita del 2,8%, l’agricoltura risulta essere un settore in sviluppo con un aumento delle esportazioni di circa il 20% e dele condizioni fiscali favorevoli. Nell’ultimo anno, inoltre, sono state registrate 16.000 nuove imprese di cui 1.000 straniere, 450 delle quali italiane o joint venture italo-albanesi.

Ma quali scenari offre l’Albania a chi oggi vuole investire dall’altra parte dell’Adriatico? Ne abbiamo parlato con il Dott. Roberto Laera che con Italian Network fornisce il miglior supporto alle aziende che decidono di intraprendere un percorso di internazionalizzazione proprio in Albania.

Indice:

Cos’è Italian Network?

Italian Network è una società di consulenza aziendale che si occupa di sviluppo, assistenza fiscale, assistenza legale, ricerche di mercato, ricerca e gestione fornitori, formazione. La nostra società è in grado di supportare gli imprenditori e le aziende interessate ad investire nei Balcani, fornendo una serie di servizi tra cui: assistenza nelle fasi di scelta della localizzazione geografica di nuove realtà operative; analisi della legislazione civilistica, fiscale e giuslavoristica del Paese ospitante; analisi di fattibilità economico-finanziaria e di redditività, anche fiscale, dell’iniziativa imprenditoriale mediante lo sviluppo di modelli di business planning, integrati con modelli di tax planning; definizione dello schema giuridico-formale di presenza nel Paese ospitante (branch, società, ufficio di rappresentanza); assistenza nella contrattualistica internazionale, anche in relazione ad iniziative di joint venture; assistenza, diretta per l’esecuzione delle attività operative connesse alla realizzazione e gestione dell’iniziativa imprenditoriale nelle fasi di start-up, consolidamento, eventuale dismissione; predisposizione di modelli di budgeting e reporting finalizzati a garantire il monitoraggio dell’andamento dell’iniziativa.
Italian Network è in grado di mettere in comunicazione aziende europee e balcaniche e di supportarle nei processi di internazionalizzazione.

Come è oggi la situazione nei Balcani e nello specifico in Albania?

Nell’ultimo decennio l’Albania ha avviato una serie di riforme politiche ed economiche volte a trasformare un’economia pianificata e centralizzata in un’economia aperta e di mercato.
Tali riforme hanno puntato principalmente alla privatizzazione dei vari settori economici, all’approvazione di riforme sociali ed alla promozione degli investimenti stranieri.
La Banca Mondiale nel rapporto “Doing Business 2012” sui progressi delle economie mondiali a vantaggio di affari e imprese afferma che a Tirana sono sempre più tutelati gli investimenti (sedicesimo posto), con maggiori possibilità di ottenere un prestito bancario (ventiquattresimo posto). L’Italia, per un termine di paragone, è rispettivamente al sessantacinquesimo e novantottesimo posto.

Vedi anche  Credito IVA 2014: ecco come utilizzarlo in compensazione

Perché un’azienda italiana dovrebbe investire in Albania? Che vantaggi ci sono?

Vicino all’Italia e ponte naturale verso l’area dei Balcani e dell’Est europeo, l’ Albania ha un’economia in continua crescita, un mercato del lavoro giovane, dinamico e molto meno caro che negli altri Paesi sviluppati.
In generale una azienda italiana avrebbe numerosi vantaggi quali una forza lavoro qualificata, Tassa sugli utili che va dal 7,5% al 15%, costo della manodopera tra i più bassi dell’Europa Orientale, trattato sulla doppia imposizione con l’Italia, livello di istruzione superiore alla media UE, lingua italiana parlata da buona parte della popolazione, forti incentivi da parte del FMI e BCE per le iniziative imprenditoriali, presenza capillare di banche internazionali (Raiffaisen, Societè Generale) e italiane (Banca Intesa, Veneto Banca), paese in pieno boom economico con ampi spazi per investimenti in vari settori.
Per l’International Trade Center l’Albania vanta la più alta crescita economica del sud-est europeo. Nonostante gli effetti della crisi globale l’export dei prodotti “made in Albania” è cresciuto del 23%, i tassi di crescita del Pil si sono mantenuti positivi (+3,3% nel 2009, +3,5% nel 2010, +3% nel 2011, secondo la banca mondiale) così come gli investimenti diretti esteri.
I principali vantaggi sono sicuramente:
– una predisposizione ad una grande apertura verso il mercato europeo e globale;
– apertura al mercato libero: oggi l’economia albanese è caratterizzata da scambi interamente liberalizzati;
– ambiente, condizioni e costi favorevoli: vi sono benefici fiscali e inventivi nei settori strategici di investimento e il quadro giuridico d’affari albanese è in conformità con la legislazione UE;
– modello “one stop shop” che consente di rendere veloce il processo di concessione delle licenze commerciali e la registrazione delle nuove attività in 24 ore e a costo zero;
– diverse tipologie di investimento: opportunità di investimenti con partnership pubblico – privato e opportunità di investimento in aree con stabilità e settori in crescita sostenibili (Energia rinnovabile, Minerarie, Turismo, Agroalimentare, Trasporti e Logistica, Produzione, Servizi ICT)
– sostegno giuridico per le imprese straniere: non è necessaria alcuna autorizzazione governativa preventiva e tutti i settori sono aperti agli investitori stranieri; non vi è nessuna limitazione o restrizioni per le imprese straniere e nessuna limitazione sulla quota percentuale di partecipazione straniera nelle società (anche al 100 % straniera è possibile). In Albania vi è una protezione speciale dallo stato per investitori stranieri anche nel caso di un conflitto giuridico – civile con terze parti anche private
Gli investitori stranieri hanno il diritto di espatriare tutti i fondi e contributi in natura del loro investimento in assenza di controlli valutari.
– Forza lavoro qualificata, altamente creativa e con un costo basso: conoscenza delle lingue straniere. ( Inglese, italiano e greco sono ampiamente parlati. Francese e tedesco sono inclusi nel sistema di istruzione).
In Albania c’è il salario minimo più basso d’Europa (lo stipendio medio di un operaio specializzato è di 250 euro mensili, inclusi contributi);
– Sistema fiscale favorevole: aliquota dell’imposta sulle società 15 %, mentre l’aliquota sulle persone fisiche è progressiva dall 0 (sotto i 30.000 Lek) al 23%. Vi è inoltre un regime fiscale favorevole per le piccole aziende e vi sono trattati per evitare le doppie imposizioni in oltre 30 paesi.

Vedi anche  Birra: anche la Corona vuole bere la Peroni

Quante aziende italiane hanno già deciso di investire in Albania?

L’Italia si colloca in cima alla classifica per numero di imprese con capitale partecipato (sono oltre 1400 le aziende italiane e joint venture italo-albanesi sinora censite).
Gli investimenti italiani si sono concentrati, sino a qualche anno fa, principalmente nella parte occidentale del paese, lungo la costa adriatica. Si è trattato di interventi di piccole-medie imprese che operano per il 35% nel settore edile, per il 21% nel settore tessile e calzaturiero (produzione “a façon”), per il 16% nel commercio e servizi, per l’8% nell’industria agro-alimentare.
Accanto a questi settori di investimento tradizionali, delle piccole imprese italiane già presenti nel Paese, attualmente si stanno affacciando su questo mercato gruppi industriali, di grandi e medie dimensioni, attratti dalle prospettive che si dischiudono nei settori dell’energia e delle infrastrutture e dalla naturale vocazione dell’Albania quale piattaforma produttiva di beni e servizi offerti dalle nostre aziende, qui localizzate, al vasto mercato balcanico e dell’Europa Orientale.
Interessante sviluppo sta avendo, inoltre, la delocalizzazione dei servizi attraverso, ad esempio, le presenze di alcuni gruppi italiani che hanno realizzato call-centers in loco.
L’Albania ad oggi è considerata dagli imprenditori un luogo ideale in cui investire: il sistema fiscale e il costo del lavoro nel Paese delle Aquile sono infatti ad un livello decisamente abbordabile. Il governo albanese sta inoltre costruendo, nei pressi di Durazzo, una zona franca per chi investirà in quelle terre: zero imposte per 10 anni, riforma della burocrazia secondo la formula del silenzio assenso e revisione del catasto. L’Albania è il paese balcanico con più legami storici con l’Italia, dove è maggiormente diffusa la lingua italiana, e rapporti economico commerciali con l’Italia che datano da tempo immemorabile.

Vedi anche  Mutuo troppo alto, giudice applica la legge sul sovraindebitamento (guida)

Qual è il giudizio dell’imprenditore medio italiano sull’Albania?

L’Italia è il primo partner commerciale dell’Albania, con scambi per 1,95 miliardi di dollari nel 2011 (+28% sul 2010), tra combustibili, minerali ed energia, materiali edili ma soprattutto pelli, tomaie, collanti, filati, puntali e fodere esportati (sfruttando l’esenzione Iva prevista) come prodotti finiti o semilavorati per calzature.
Abbiamo precedentemente elencato i motivi: 72 chilometri di distanza dalla Puglia, clima favorevole, la diffusione dell’italiano nella popolazione, il sistema fiscale ma soprattutto il basso costo della manodopera: un operaio guadagna al mese tra i 170 ai 425 euro, un ingegnere dai 253 ai 630, un dirigente da 550 a 1.354 euro.
Sull’83% dei prodotti industriali importati dal mercato europeo non si pagano tasse doganali.
D’altronde, quello con l’Albania è un rapporto storico, che neppure l’occupazione militare ha incrinato. Non solo i rapporti tra i due Paesi sono eccellenti, ma anche i ricordi del passato sono positivi. Qui le città parlano italiano. Basta camminare per il centro di Tirana, lungo il boulevard che taglia in due la città, e si scoprono le opere dei nostri architetti, sbarcati qui già negli Anni Venti. In Piazza Madre Teresa, già piazza Littorio, lo stile italiano impera, sembra di essere all’Eur.

Prima ha parlato di sostegno giuridico per le imprese straniere. Ma nello specifico cosa è previsto dalla legislazione albanese per gli investimenti stranieri?

La Repubblica Albanese si è dotata, nel 1993, di una legge sulla “Protezione degli investimenti stranieri” che ha liberalizzato ed agevolato l’ingresso nel Paese di capitali ed iniziative economiche, tutelando gli investitori stranieri e fornendo loro una serie di garanzie molto ampie. Secondo la legge n. 7764/1993 gli investimenti stranieri vengono, infatti, considerati liberi e devono essere regolati secondo condizioni non meno favorevoli di quelle che vengono applicate agli investitori locali in analoghe circostanze. Rispetto alla precedente disposizione del 1991, il nuovo testo ha abolito le autorizzazioni governative e ha semplificato in modo considerevole l’accesso degli operatori stranieri al mercato albanese. La legge attuale non prevede restrizioni riguardo all’entità dell’investimento e sono ammesse ad operare anche società a capitale interamente straniero. L’investimento può riguardare beni mobili ed immobili (per l’acquisto di terreni è tuttavia prevista una normativa specifica), società e partecipazioni al capitale sociale, acquisti di obbligazioni e titoli, proprietà intellettuali, brevetti ecc. Agli investitori stranieri è peraltro riconosciuto, sulla base di disposizioni di legge che non potranno avere carattere discriminatorio, il diritto di trasferire liberamente all’estero tutti i proventi relativi agli investimenti effettuati in Albania (utili, dividendi, capital gain ecc.).

Argomenti Correlati