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Luca Toni e la bizzarra tassa sulla religione

Luca Toni dovrebbe versare al fisco tedesco circa un milione e 700 mila euro per il semplice fatto di essere cattolico. Non si tratta di uno scherzo ma di una vicenda assolutamente reale che vede come protagonista l’attuale attaccante del Verona, sentito ieri dalla Corte di Appello di Monaco di Baviera in merito al periodo 2007-2010 in cui ha vestito la maglia del Bayern Monaco.

Luca Toni, secondo, l’accusa, non avrebbe regolarmente corrisposto la Kirchensteuer (tassa sulla religione), una vera e propria imposta di finanziamento delle religioni che le comunità raccolgono dai propri membri per finanziarsi le spese. Secondo l’ordinamento tedesco, le comunità religiose e filosofiche sono enti pubblici che hanno il diritto di imporre autonomamente tasse e quindi Toni, per il semplice fatto di essere stato iscritto all’anagrafe come credente cattolico, è diventato automaticamente debitore in base ad una percentuale che oscilla tra l’8 e il 9 per cento del reddito dichiarato.

Luca Toni, campione del mondo con la nazionale italiana nel 2006, ha respinto categoricamente le accuse: “Nessuno mi ha detto che avrei dovuto pagare questa tassa – ha dichiarato alla Bildpenso che se qualcuno crede in Dio non debba pagare la Chiesa“. Il calciatore ha incolpato il consulente fiscale del Bayern Monaco che, erroneamente, al primo anno in Baviera lo avrebbe registrato come ateo, salvo poi tornare sui suoi passi. Il processo è appena iniziato, ma è probabile che si giunga presto ad una soluzione conciliativa che possa accontentare entrambe le parti in causa.

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