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Milano, il marketing politico, la rana e il principe

Partiamo dall’inizio.
A maggio si voterà per il Sindaco di Milano. L’unica città italiana con respiro europeo. Una delle sfide elettorali più interessanti del 2016 nello scenario politico economico nazionale. Per parlare di visione politica, strategia e futuro, senza cadere nella sterile banalità di un commento sul confronto elettorale, abbiamo cercato un osservatore privilegiato. Uno che nella politica non ci sta e ne parla pochissimo. In questa intervista ho dialogato con l’amico, scrittore e filosofo Franco Bolelli.

Indice:

Come vedi la politica milanese dal tuo osservatorio privilegiato? In quale clima si staglia questa tornata elettorale?


Il clima è quello di una Milano che negli ultimi mesi è improvvisamente passata da rana a principe. No, non è stato per il bacio di Expo, che pure ha avuto i suoi meriti. C’è stato un generale risveglio, la nascita di nuovi spazi, la crescita di progetti. Questa città ha cominciato a credere a se stessa, anche sulla spinta dell’esposizione che la città ha avuto sulla stampa e i media internazionali.

Il totonomi sui candidati è davvero variopinto. Questa prassi della trattativa politica – a destra e a sinistra – che conseguenze ha sull’elettorato/target?


Ecco, personalmente vedo ancora una sostanziosa distanza fra quello che accade ogni giorno in città e la politica. Più l’evoluzione accelera, più le fisiologiche lentezze della politica sono evidenti.

Il centrosinistra farà le sue primarie con 4 (?) candidati. Descrivici ognuno di loro anche partendo da un solo aggettivo. Sala due giorni fa era al 44% (Fonte: termometro politico)


Sala ha riunito intorno a se’ un comitato di affari, sulla scia di quanto fatto per Expo: personalmente non ci vedo alcuna visione, alcun respiro progettuale. Majorino si occupa di disagio, che è eccellente cosa ma è soltanto una parte delle questioni che Milano si trova a vivere. Francesca Balzani raccoglie certamente più degli altri la sfida di una Milano della crescita: e ha tre figli piccoli, che la porta a tenere in ampia considerazione la dimensione vitale della politica. Del quarto candidato non so nulla.

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Che ruolo credi possa giocare il marketing politico in una campagna come questa? Non solo nelle primarie del centrosinistra ma anche nel centrodestra e con eventuali outsider (si è parlato addirittura di Vittorio Sgarbi)


Fin qui non ho visto grandi strategie di immagine. Nessuno ha saputo -o voluto- alzare il tiro e proporre una vera sfida. Vedo molti tatticismi, poca narrazione forte (a parte Balzani quando racconta la sua dimensione più personale e vitale).

Cosa pensi della candidatura di Corrado Passera e della sua strategia?


Impalpabile, fin qui.

Milano, il marketing politico, la rana e il principe

Cosa è cambiato in termini di marketing politico rispetto alla precedente campagna elettorale?


Cinque anni fa Milano voleva voltare pagina, secondo il classico schema dell’alternanza. Ma c’erano in gioco anche questioni sommerse ma decisive, a cominciare dalla gestione di Expo. Non mi addentro oltre, ma la vittoria di Pisapia riguarda anche la seconda questione, non soltanto la prima. Oggi lo scenario è più confuso, ma in compenso c’è la percezione che Milano sta vivendo un momento di grazia.

Quale potrebbe essere – in base allo scenario milanese e nazionale – la strategia di marketing politico vincente in questo momento storico?


Personalmente – ma qui entra in ballo la mia attitudine del tutto personale- giocherei tutto sulle grandi visioni, sulla sfida e sul senso dell’impresa, e giocherei tutto sulla consapevolezza che gli esseri umani non sono più e non possono più essere trattati come spettatori, consumatori, elettori, pubblico passivo (che è il madornale errore fatto da expo) perchè siamo ormai produttori di contenuti

Cosa serve a Milano, l’unica città italiana con un respiro europeo?


A Milano serve evidenziare e valorizzare quello che già è, una città dove la progettazione, la costruzione, la comunicazione, sono centrali. A Milano serve proiettarsi ancora di più sull’orizzonte dei grandi mutamenti internazionali.

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Insieme a Boeri sei stato fautore di un progetto di marketing territoriale visionario MI030. Credi che la politica debba e possa attingere da queste buoni prassi?


Di istinto vorrei risponderti di no: Stefano e io abbiamo garantito alle ragazze e ai ragazzi di Mi030 che a noi interessa mettere loro e soltanto loro al centro, dare loro l’opportunità di mettere a fuoco e condividere le loro visioni. Poi è evidente che se la politica volesse attingere a questo patrimonio in maniera non strumentale, saremmo i primi a esserne lieti. Negli otto punti del programma di Francesca Balzani ci sono diversi spunti usciti da Mi030. Ma ripeto, per noi è essenziale l’assoluta indipendenza delle ragazze e dei ragazzi.

Cosa vuol dire “Fare di più con meno”?


E’ uno slogan che Stefano Boeri ha lanciato qualche anno fa. Non vuol dire che si debba fare di necessità virtu’: vuol piuttosto dire che la spinta a creare, costruire, progettare, inventare, crescere, non dipende generalmente da floride condizioni economiche. I mezzi economici servono ovviamente, ma chi progetta e inventa lo fa da che mondo e mondo per sua necessità vitale.

Negli Stati Uniti si sta giocando – come sai – un’altra importante partita che avrà conseguenze sugli equilibri internazionali e dunque sui singoli Stati. Il marketing politico americano fornisce sempre una lezione imprescindibile per le competizioni elettorali. Credi che a Milano possano essere recepiti alcun asset strategici – ad esempio la microtargettizzazione – e utilizzati nell’elaborazione di progetti complessi ad uso di un candidato?


Fin qui non ho visto nulla di tutto questo: la mia impressione è che l’importanza che la politica ha qui da noi -a differenza che negli Stati Uniti- ci leghi (sbagliando) alla dimensione più tradizionale della politica stessa.

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Franco Bolelli e’ filosofo e scrittore. Tanti i suoi libri. In particolare Tutta la verità sull’amore (scritto con Manuela Mantegazza); Viva Tutto! (con Lorenzo Jovanotti Cherubini); Si fa così; Giocate!. Fa conferenze e speech, scrive per giornali e riviste, cura progetti e festival.

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