Vai al contenuto

Contraffazione: sentenza rivoluzionaria. Moncler sorride

Lotta alla contraffazione. Sembrerebbe un obiettivo delle forze dell’ordine ma è, invece, uno degli obiettivi che la Moncler si prefigge annualmente. Per fare un esempio, nel solo 2014 è riuscita, attraverso una stretta collaborazione con le autorità locali di tutto il mondo a far sequestrare circa 450.000 articoli contraffatti.

Dopo anni di battaglie, è arrivata finalmente la prima vera soddisfazione dalla lotta alla contraffazione in uno dei paesi che più si adopera in questa “disciplina”: la Cina. La Moncler di Remo Ruffini infatti, citando in giudizio la Bejing Nuoyakate Gourmet Co. Ltd presso la Sezione Specializzata in Proprietà Intellettuale da poco istituita presso il Tribunale di Pechino, è riuscita ad ottenere, sfruttando l’entrata in vigore della nuova legge cinese sulla tutela dei marchi, un risarcimento dal soggetto condannato pari al massimo dei danni e delle sanzioni previsti dalla legge.

Il tutto era iniziato nel 2013 quando Moncler aveva scoperto che l’azienda cinese, la già citata Nuotavate, aveva iniziato a vendere e produrre i piumini Moncler e nello stesso tempo aveva anche tentato di registrare nei paesi limitrofi diversi marche e domini falsi. Nel 2014 arriva la causa e oggi finalmente la sentenza.

Si tratta della prima storica sentenza in materia di contraffazione in cui viene comminato il massimo della pena al condannato per violazione del marchio e dei diritti di Proprietà Intellettuale. Il risultato assume rilevanza non tanto per l’entità della cifra risarcita ma proprio perché evidenzia un tentativo di avvicinamento delle autorità cinesi alle aziende estere e alla lotta alla contraffazione.

La cifra risarcita è infatti pari a 3 milioni di yuan che sono circa 420.000 euro. Cifra che servirà a pagare le spese legali, le indagini e le spese per i viaggi sostenuti ma che sarà comunque ricordata come una sentenza che crea un precedente non solo tra le aziende che lottano per proteggere i propri marchi ma anche tra le altre aziende cinesi che fanno della contraffazione il loro business principale.

Vedi anche  A novembre oltre 50 miliardi di tasse da pagare

Argomenti Correlati