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Google è ancora il luogo dove si lavora meglio nel 2015

Avete visto il film Gli Stagisti? Il film con Owen Wilson e Vince Vaughn? Se non l’avete visto vedetelo e capirete come si lavora nella sede di Google. Si lavora bene a Mountain View. I dipendenti di Google si divertono, hanno fiducia dei loro manager e sono contenti del loro lavoro portando una crescita dei ricavi del 19% alla multinazionale e un totale di fatturato pari a 66 miliardi di dollari.

A testimonianza di questi dati c’è una classifica stilata dalla società di consulenza Great Place to Work in cui vengono selezionate le migliori 25 multinazionali del mondo in cui si lavora meglio secondo i dipendenti. Google per il terzo anno consecutivo comanda la classifica. Ecco il link alla classifica www.greatplacetowork.it ed ecco la top ten:
1. Google
2. Sas Institute
3. W. L. Gore & Associates
4. NetApp
5. Telefónica
6. EMC
7. Microsoft
8. BBVA
9. Monsanto
10. American Express

Il settore trainante in questa classifica è indiscutibilmente l’High Tech: infatti oltre a Google nelle primissime posizioni troviamo SAS, Netapp, Telefonica, EMC e Microsoft (solo settima). Si distingue la W.L. Gore che è l’unica azienda nelle primissime posizioni che opera nel settore tessile e ha creato il tessuto Gore-Tex utilizzato in tutto il mondo per le attrezzature sportive tecniche. Nella top ten troviamo anche la BBVA istituto di credito spagnolo che entra in classifica nel 2015 e si stabilizza subito all’ottavo posto, la Monsanto, un’azienda che si occupa di biotecnologie agrarie e la American Express.

La classifica di Great Place to Work è stata stilata su un campione di 700 multinazionali di diversi settori e 47 paesi, tra i due milioni di dipendenti intervistati il 91% si dice orgoglioso di dire agli altri che lavora per la sua azienda, l’89% risulta essere felice di cosa riesce a creare, l’88% sente di contribuire con il suo lavoro al benessere delle comunità circostanti e infine l’87% ritiene di lavorare in un Great Place to Work.

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E l’Italia? Nessuna azienda italiana rientra in classifica e il motivo è spiegato da Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia, sul sito del Corriere della Sera: “Purtroppo analizzare il clima aziendale non è ancora pienamente nella cultura delle imprese italiane. Lo è invece nelle sedi italiane delle multinazionali estere, infatti 8 delle 25 in classifica lo sono anche per la loro sede italiana. Guardando alla classifica italiana delle grandi aziende pubblicata a febbraio 2015 sul Corriere, solo Bottega Veneta su 12 grandi aziende multinazionali è di storia e cultura italiana, le altre, purtroppo, sono tutte estere. Il problema è racchiudibile in due concetti: meritocrazia e leadership. Se non riusciamo a mettere in campo credibili processi di selezione, valutazione e promozione dei più meritevoli e finché non formiamo i nostri manager per gestire il business senza ricorrere all’autorità e alla verifica del tempo trascorso in ufficio, ma piuttosto insegnando loro a diventare un punto di riferimento per i propri collaboratori, non entreremo mai in questa speciale classifica; men che meno riusciremo a vincere il campionato del mondo del lavoro”.

Nella speranza che tutta l’Italia possa iniziare a riempirsi di aziende dove ciascun dipendente possa dire che il suo ambiente di lavoro è un Great Place to Work guardatevi il film su Google e sognate ad occhi aperti.

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