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Il contrabbando rifiorisce e l’Italia perde un miliardo

Un preoccupante e doloroso ritorno al passato. Sono trascorsi 15 anni dall’inizio della celebre Operazione Primavera, la massiccia controffensiva dello Stato alla mafia che gestiva il contrabbando di sigarette avviata in Puglia con il dispiegamento di quasi 2000 uomini. Il fenomeno sembrava debellato ma, a quanto pare, pur con sembianze diverse sta tornando prepotentemente di attualità con conseguenze facilmente immaginabili per l’economia e la criminalità.

Il contrabbando di sigarette (fonte ANSA) causa in Italia, ogni anno, una perdita secca di circa un miliardo di euro, tra mancati introiti fiscali (per circa 770 milioni) e mancati introiti su imprese della filiera. Il dato è emerso nel corso della due giorni di studio che la British American Tobacco ha tenuto a Napoli. Secondo gli esperti intervenuti, per contrastare il fenomeno è necessario modificare anche la normativa vigente, prevedendo norme repressive più severe per quanti sono recidivi nella vendita delle “bionde”. Nelle grandi città il contrabbando ha ripreso vigore, incentivato anche da una crisi economica senza tregua che ha costretto i consumatori a ricercare prodotti a basso costo e di scarsa qualità. Per i vertici di British American Tobacco, il consumo cresce quando c’è un aumento del prezzo dei prodotti del mercato legale, sui quali gravano anche accise e Iva, e i consumatori finiscono inevitabilmente per rivolgersi al mercato illegale. Il contrabbando in Europa costa più di 11 miliardi di euro annui di perdite di gettito fiscale. Secondo una stima di Kpmg, in Italia il consumo di sigarette di contrabbando è cresciuto del 20 per cento solo nell’ultimo anno. Sul mercato illegale, inoltre, non ci sono solo sigarette con marchi contraffatti ma anche quelle lecitamente prodotte che, però, non hanno tutti i requisiti richiesti per essere commercializzate. Dietro ci sono vere e proprie organizzazioni criminali che gestiscono anche il traffico di droga o, con i proventi illeciti, finanziano altre attività illegali come la contraffazioni. Un vero e proprio fiume di denaro, se pensiamo che il costo di produzione di un pacchetto di sigarette del circuito illegale non supera i 50 centesimi di euro ma che viene venduta tra i 2,5 e 3 euro.

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Di entità non trascurabile sono anche le conseguenze fisiche per chi consuma questi prodotti di contrabbando. Soprattutto dai paesi dall’est e da quelli africani arrivano, infatti, le cosiddette “Cheap white” e “Illicit white“, sigarette scadenti e altamente tossiche. In conclusione, un danno incredibile sia per l’economia che per la salute dei cittadini.

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