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La vendemmia con gli amici è lavoro nero

Se non fosse una storia realmente accaduta, potrebbe essere tranquillamente l’incipit di una barzelletta. A Castellinaldo d’Alba, piccolo comune della provincia di Cuneo, un pensionato di 63 anni invita alcuni amici nella sua residenza in campagna per passare una bella giornata in compagnia. Prima di consumare un piacevole pasto insieme, i malcapitati decidono di aiutare il padrone di casa a vendemmiare. Si tratta di uve, è opportuno precisarlo, che il pensionato utilizza solo ed esclusivamente per sè. A questo punto vi chiederete: perchè Blog di Economia ci sta raccontando questa vicenda?

La notizia, riportata dal quotidiano La Stampa, è che durante la vendemmia piombano nel podere Carabinieri e funzionari dell’Ispettorato del Lavoro, come neanche durante un summit di Cosa Nostra. “Ci hanno chiesto i documenti e hanno redatto un verbale di denuncia di lavoro nero“, racconta l’incredula moglie del Sig. Battista Battaglino che, ne siamo certi, non avrà più voglia di invitare alcun amico. Il responso finale è impietoso: una multa di 19.500 euro per lavoro nero, calcolando 3900 euro a testa per i 5 presenti.

Questa storia, che in un primo momento può anche far sorridere, ci invita però a fare una seria riflessione. Non è certo con questi metodi da caccia alle streghe che l’atavica piaga del lavoro nero può essere combattuta in modo efficace. Auspichiamo che l’Ispettorato del Lavoro, fatte le opportune verifiche, possa tornare sui propri passi applicando la tacita regola del buon senso. E che magari il pensionato, dopo aver chiarito l’assurdo equivoco, possa invitare anche i suoi “carnefici” a bere un buon bicchiere di vino chiarificatore. Raccolto e prodotto, a questo punto è opportuno precisarlo, rigorosamente da solo.

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